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TESTO Gesù, il vero "Anno di grazia"

padre Gian Franco Scarpitta   Chiesa Madonna della Salute Massa Lubrense

III Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (26/01/2025)

Vangelo: Lc 1,1-4; 4,14-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,1-4; 4,14-21

1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

18Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi,

19a proclamare l’anno di grazia del Signore.

20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Luca non aveva conosciuto Gesù personalmente, come Matteo e Giovanni. Era diventato discepolo di Paolo provenendo dal mondo pagano e grazie alla compagnia e all'amicizia dello stesso apostolo, che lo chiamava "il caro medico"(Col 4, 14), aveva conosciuto e apprezzato Gesù e il suo messaggio abbondantemente dopo la sua ascensione al Cielo. Questo non gli inpedisce però di approfondire il suo evangelo con appropriate indagini e ricerche obiettive. Anzi, proprio la conoscenza indiretta del suo Signore lo spinge a comporre uno scritto obiettivo e spassionato, che dedica all'amico Teofilo.

Luca si premura di raccontare la verità sui fatti e non le leggende fantasiose e illative. Ciò che però è ancora più esaltante è che racconta la verità su Gesù stesso, che per lui è il Dio che vive con gli uomini e con lui interagisce per appprtare una novità nella loro vita. E così, balzando subito al cap. 4 del suo testo, identifica in Gesù colui che apporta "l'anno di grazia del Signore" che reca ai poveri il lieto annuncio e a risollevare le sorti degli ultimi e dei deboli. Cosi infatti Gesù afferma di se stesso leggendo e commentando il profeta Isaia (61, 1 - 5). L"anno di grazia" probabilmente si riferisce al Giubileo ebraico, anno di ricorrenza durante il quale venivano condonati tutti i debiti e venivano restituite le terre ai contadini per vivere un intenso rapporto fraterno fra gli uomini e con il Signore stesso. Ma il tempo di grazia per Luca elo stesso Signore Gesù, Dio fatto uomo che apporta a tutti la novità e la vita. Nelle parole e nelle opere di Gesù si riscontra il dono più grande che Dio fa all'uomo, il dono di se stesso, della sua misericordia e della sua bontà. Il dono del Regno di Dio, che anziché imporsi e dirompere nella realtà umana interpella il cuore e nell'amore invita alla concersione, quindi alla fede per conquistare la vita e la salvezza.

Per gli astanti Galilei concittadini di Gesù, credenti e zelanti nell'attese delle promesse degli antichi, il Messia doveva essere un giustiziere vendicatore, che doveva irrompere nella storia umana per ristabilire l'ordine di giustizia e di equità e i favori per i poveri. Gesù invece si presenta sotto tutt'altra veste, manifestando la carità e la giustizia in sintonia con la verità di un Dio amore e misericordia e per questo suscita stupore nell gente attorno a sé. La verità poi tante volte è amara, specialmente quando scuote le coscienze o quando rivela i nostri comodismi e, in un certo qual modo, il nostro falso orgoglio. E così, proprio i suoi connazionali si riempiono di sdegno e di livore nei suoi confronti al punto da volerlo uccidere.

La verità è quella dell'amore universale di Dio per gli uomini, che non si limita più a una cerchia ristretta di persone, ma che tende a co quistare tutti e tutti invita aĺla comunione con Dio Padre. La verità di Gesù Dio fatto uomo che instaura un nuovo ordine di cose, questo è il "tempo di grazia" che si compie. Già Neenia assieme al sacerdote Esdra(Prima Lettura) annunciava la Parola di Dio al popolo commosso e lacrimante di Gerusalemme, che si prospettava finalmente liberato dalla schiavitù babilonese. Si invitava a desistere dalla tristezza ma a gioire confidando nel Signore. E proprio la gioia della novità e della salvezza universale Gesù sta recando anch'egli a tutti gli uomini appunto con un nuovo sistema di convivenza nel quale le disposizioni umane hanno concluso il loro corso e lasciano il posto alla nuova legge il cui statuto è semplicente l'amore. Gesù stesso, che è la concretezza dell'amore di Dio, è il nuovo criterio di vita, la libertà che ci ha donato assieme al senso della responsabilità personale e della necessità di donarsi agli altri realizzano una nuova impostazione di vita che è fautrice di gioia e che ottiene la salvezza.

Specialmente nel presente "anno di grazia" che è il Giubileo inaugurato quest'anno, occorre che superiamo le antiche congetture di vita umana e ci lasciamo coinvolgere dal fascino della gioia e della vita che la conversione e la fede comportano, assumendo lo stesso Cristo come vita piena.

 

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