TESTO AMO IL LUNEDÌ (Blue Monday)
padre Ezio Lorenzo Bono Home Page
Battesimo del Signore (Anno C) (12/01/2025)
Vangelo: Lc 3,15-16.21-22
In quel tempo, 15poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
I.
Il primo lunedì dopo le feste natalizie, viene considerato come il giorno più triste dell'anno (altri lo fanno coincidere con il terzo lunedì di gennaio). È chiamato “Blue Monday”, lunedì blu, il colore che gli inglesi associano alla tristezza: “I'm feeling blue”, mi sento blu, triste. I motivi per cui viene considerato come il giorno più triste dell'anno sono vari: le vacanze natalizie sono finite; le prossime feste sono ancora lontane; si ricomincia a lavorare; ci si accorge di aver speso troppo durante le feste e i soldi scarseggiano per arrivare a fine mese; dovremmo cominciare la dieta dopo gli eccessi delle feste (gennaio, January, viene detto anche Veganuary); il freddo è più pungente; l'estate è ancora lontana; e poi è lunedì, il giorno più odiato della settimana (vi ricordate la canzone di Vasco Rossi “Odio il lunedì”?). Altri dicono che il senso di malinconia causato dal lunedì (Monday) viene addirittura anticipato alla domenica “Sunday” così che questi due giorni (Sunday e Monday) vengono chiamati “Smonday”. Anche Leopardi nella sua poesia “Il sabato del villaggio” descrive il sabato come il giorno più felice, e non la domenica nella quale si pensa già al lunedì. In internet si trovano anche dei suggerimenti, degli antidoti al “Blue Monday”, come: fare dello sport o anche una bella camminata che stimola l'endorfina; concedersi qualche peccato di gola, programmando di fare la dieta quando saremo meno tristi; incontrare delle persone simpatiche per fare delle belle chiacchierate; fare qualcosa che amiamo. Sebbene non ci sia nessun fondamento scientifico che avvalori questa teoria del "Blue Monday" (è più una trovata pubblicitaria per vendere determinati prodotti per “risollevare il morale”), essa condiziona la vita di molti. Si dice che in Inghilterra sia il giorno con più assenteismo sul lavoro.
Con questa domenica termina il tempo di Natale e domani comincia il tempo detto “ordinario”. Come è brutto il termine “ordinario”, ricorda un po' il “Blue Monday”, dà un senso di tristeza, di routine... Infatti, come può essere “ordinario” un tempo che profuma ancora della bellezza del Natale, del mistero dell'Incarnazione che ci ricorda che Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi? Per noi cristiani non esiste tempo ordinario ma solo straordinario, perché ogni istante è intriso della presenza di Dio. Con Dio non è mai lunedì, o meglio anche il lunedì è un giorno di festa. Per noi cristiani non esiste nessun “Blue Monday”. Anzi per noi l'inizio della settimana è il giorno della rinascita: la domenica infatti per gli ebrei era l'inizio della settimana (il loro lunedì) e in quel giorno è successo la cosa più straordinaria della storia, la risurrezione di Gesù, la vittoria sulla morte. L'inizio della settimana quindi è sinonimo di rinascita, rinnovamento, novità, giovinezza, bellezza, risveglio... la vita che ricomincia. Per questo dovremmo dire: “Amo il lunedì”.
II.
In questa domenica celebriamo la festa del Battesimo di Gesù, l'inizio della sua attività pubblica, sarebbe come dire “il lunedì di Gesù”. E cosa accade in questo giorno? Niente di ordinario ma tutto di straordinario: si aprono i cieli, scende lo Spirito Santo, si ode la voce del Padre. Abbiamo la Trinità al completo. Se Gesù venisse battezzato oggi invece di duemila anni fa, il Padre direbbe al Figlio la stessa cosa usando parole diverse. Non userebbe parole così formali che nessun padre oggi direbbe a suo figlio: "in te ho posto il mio compiacimento". Dio Padre direbbe oggigiorno al Figlio Gesù: "ti amo da morire" (e non è solo un modo di dire).
Che bello sentire Dio che parla. Solo due volte nei Vangeli si sente Dio Padre che parla, e in entrambi i casi, dice parole di amore per suo Figlio Gesù. Queste parole ci mostrano la felicità di Dio, quella di un padre per il figlio. Immaginiamoci allora anche la felicità di Gesù, nel sentirsi dire “Tu sei il Figlio mio, l'amato”. È la consapevolezza del sentirsi amato che ha spinto Gesù a fare con gioia tutto ciò che ha fatto. Vi ricordate la frase che vi dissi domenica scorsa attribuita alla poetessa Alda Merini? “Nessuno è felice come chi sa di essere amato”.
III.
Per concludere.
Da questo “lunedì” di Gesù (l'inizio della sua attività pubblica) noi impariamo due cose importanti: la prima è che quando amiamo qualcuno, glielo dobbiamo dire, come ha fatto Dio Padre nei confronti del Dio Figlio. Noi di solito ci rifugiamo dietro la scusa che non c'è bisogno di dirlo perché quella persona sa che la amo. Anche Gesù sapeva di essere amato dal padre, ma sentirselo dire è un'altra cosa. Quindi non abbiamo paura di dire alle persone che le amiamo.
La seconda cosa che impariamo oggi è che per amare dobbiamo prima sentirci amati. Quello che Dio Padre ha detto a suo figlio Gesù nel giorno del battesimo al Giordano lo ha detto a ciascuno di noi il giorno del nostro battesimo: “Tu sei mio figlio, ti amo da morire”. Per Dio siamo tutti figli unici, come Gesù. Da quando siamo stati battezzati non esistono per noi giorni ordinari, ma solo straordinari. E quindi a noi non importa nulla del “blue Monday” perché Dio ci ama da morire anche il lunedì.
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