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TESTO Commento su Gc 5,12

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Venerdì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (24/02/2006)

Brano biblico: Gc 5,12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Il vostro "sì" sia sì, il vostro "no" sia no per non incorrere nella condanna.

Come vivere questa Parola?

Giacomo ribadisce nella sua lettera una parola forte di Gesù. A proposito di quanti giurano con leggerezza, chiamando a testimone Dio di quanto dicono, richiama tutti (certamente anche me e te) a quel parlare trasparente, semplice, senza coperture che Egli esprime così: "Sia il vostro parlare: sì sì, no no! Ciò che eccede questo viene dal maligno" (Mt 5,37). Si tratta infatti di testimoniare Dio, piuttosto che tentare di piegarlo a testimoniare per noi. E prima di tutto testimoniamo Lui che è Luce, attraverso una sincerità del parlare che è poi una cosa sola con la lealtà del tratto e la schiettezza di una vita che diventa sempre più semplice, cioè semplice trasparenza del Signore. L'insidia a essere corrivi nel parlare a buttar fuori complimenti o a infiocchettare quanto si dice con espressioni poco veritiere che sanno di esagerazione e di parte, tutto questo è quanto mai di moda. Si dice: che male c'è? Una piccola bugia non danneggia. Ne sei sicuro? In uno dei più bei salmi: quello che esprime la conversione di Davide, è scritto: "Tu, Signore, vuoi la sincerità del cuore e nell'intimo m'insegni la sapienza" (Sl 50). Più avanti il salmista implora: "Crea in me un cuore puro". Ancora una volta la radice di tutto – ci dice la Parola – noi la troviamo nell'interiorità.

Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò a chiedere proprio questo al Signore: un cuore guarito da Lui da ogni paura e menzogna esistenziale, un cuore da cui il mio essere il mio dire, il mio agire diventa sempre più trasparenza di Lui.

Sì, Signore, dammi un cuore contento e lieto in te, da cui zampillino parole sincere e buone, e un tratto leale, amichevole, profondamente buono e compassionevole.

La voce di un pastore e dottore della Chiesa

È un privilegio di noi uomini poter esprimere con la bocca i sentimenti del cuore e indicare, con le parole della bocca, i segreti pensieri del nostro spirito. Che altro è dunque la bocca dell'uomo, se non quasi il santuario della parola, la fonte del discorso, il palazzo della loquela, il tesoro della volontà?
S. Ambrogio

 

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