TESTO Commento su Matteo 4,18-22
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
S. Andrea apostolo (30/11/2024)
Vangelo: Mt 4,18-22
18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Oggi è la festa di sant'Andrea apostolo. Soffermiamoci prima sull'agire di Gesù, poi sul corrispondere degli apostoli. In entrambe le chiamate Gesù vede e chiama. L'iniziativa è sempre la sua. È lui che ci ha sognati, voluti, creati e chiamati alla fede; è lui che ci guarda in profondità, che ci conosce fino in fondo (questo è anche il senso del verbo "vedere" qui usato) e che ci chiama. L'iniziativa di Dio ci dice che siamo e che sei prezioso/preziosa per Lui. Sa che ci sei, sei importante, unico e irripetibile e su di te ha un sogno. Questo è bellissimo! Se ci chiama è perché ci ama. E ci chiama a seguirlo, a diventare "altri lui", persone che amano, che diffondono la sua parola, la sua gioia, che si danno da fare per costruire "un pezzo di cielo sulla terra" mediante le parole e le opere. Questo apre allo stupore, e ci invita a non disperare quando le cose non vanno per il verso giusto; Dio è più grande e conduce la storia. Ha un disegno di pace e lo porta avanti. A noi sta avere un cuore aperto, disponibile, attento a cogliere i segni del suo passaggio. D'altronde, ogni giorno nel Padre nostro preghiamo dicendo: «sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra».
Dall'altra parte, la risposta degli apostoli è riassunta in quel «subito lasciarono». Il passaggio di Gesù li tocca profondamente e loro aderiscono prontamente, senza sé e senza ma, senza ritardi. Nulla antepongono a Cristo e alla sua chiamata. Quante volte noi, invece, siamo gli specialisti del rinvio, del "poi vediamo", o del "ma sì, c'è tempo". Quante volte procrastiniamo, cioè rimandiamo all'inverosimile, pensando di evitare la fatica dello scegliere o dell'affrontare quella situazione. In realtà, anche a livello psicologico, è una strategia fallimentare; rinvii, certo, ma inconsciamente continui a portare il peso di quella situazione da affrontare, fiaccando le forze emotive più di quel che si possa pensare! Esercitiamoci allora nel dire "sì" al bene che qui ed ora sono chiamato a compiere, che siano cose "piccole" (un piccolo servizio a casa, la visita a un parente malato, una pratica da sbrigare al lavoro, un servizio da svolgere per la famiglia...) fino a quelle più "grandi" (muovere un passo in più nel cammino di discernimento, pregare un po' di più per una persona o provare a fare un passo incontro a qualcuno con cui ho difficoltà...). Sì, proviamo a nulla anteporre a Cristo, e ne sentiremo e scopriremo i benefici...
«Signore, fammi buon amico di tutti, fa' che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta. A chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe cominciare e non sa come, a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace. Signore aiutami, perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato. Signore, aiutami ad accorgermi subito di quelli che mi sta accanto, di quelli che sono preoccupati e disorientati, di quelli che soffrono senza mostrarlo, di quelli che si sentono isolati senza volerlo. Signore, dammi una sensibilità che sappia andare incontro ai cuori. Signore, liberami dall'egoismo, perché ti possa servire, perché ti possa amare, perché ti possa ascoltare, in ogni fratello che mi fai incontrare» (San Vincenzo de Paoli).