TESTO Commento su Luca 21,1-4
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
Lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (25/11/2024)
Vangelo: Lc 21,1-4
Al contrario di alcuni maestri della legge che spesso coltivavano ipocrisia, superbia e avidità del denaro, Gesù si commuove per i piccoli grandi gesti di amore. Gesù ha occhi per quell'anonima e povera vedova capace di un amore grande, di una fiducia totale. Basti pensare che una vedova all'epoca non aveva nessuna protezione o garanzia economica per il domani; tant'è che negli Atti degli Apostoli la prima chiesa si dovette organizzare con un servizio specifico (il diaconato), per aiutare gli orfani e le vedove che erano i più poveri, senza tutele e spesso privati della dignità. Questa vedova ha poco, e quel poco che ha lo dona tutto per il Signore, per i bisogni degli altri, certa che Lui provvederà. Questa donna non dà il superfluo, dà tutto. E io, che cosa do del mio tempo, dei miei beni?
Tutto ciò ci ricorda che anche oggi Dio ha occhi per tutte quelle donazioni generose e nascoste che noi facciamo, non gli sfugge nemmeno il più piccolo gemito del cuore fatto per amore. Ad esempio, a Dio non sfugge quando a lavoro, nonostante la stanchezza, abbiamo una parola buona per il nostro collega e lo aiutiamo, se andiamo a fare la spesa per quell'anziana che non riesce a camminare, se ci offriamo di togliere quel lavoro pesante a quella sorella o di lasciare un biglietto di affetto per una persona che amiamo. Non sono gesti superflui, interessati o di apparenza, sono i gesti di amore che hanno fatto tali i santi. I santi, più dei grandi miracoli, sono tali per i piccoli gesti di amore e umiltà che, con l'aiuto di Dio, hanno reso il cuore magnanimo e caritatevole. Che il Signore ci aiuti a crescere, specchiandoci davanti all'esempio di fede di questa povera vedova, povera di beni ma ricchissima di fiducia e di amore.
«Mi permetto di raccontarvi un aneddoto, che è successo nella mia Diocesi precedente. Erano a tavola una mamma con i tre figli; il papà era al lavoro; stavano mangiando cotolette alla milanese... In quel momento bussano alla porta è uno dei figli - piccoli, 5, 6 anni, 7 anni il più grande - viene e dice: "Mamma, c'è un mendicante che chiede da mangiare". E la mamma, una buona cristiana, domando loro: "Cosa facciamo?" - "Diamogli, mamma..." - "Va bene". Prende la forchetta e il coltello e toglie metà ad ognuna delle cotolette. «Ah no, mamma, no! Così no! Prendi dal frigo" - "No! facciamo tre panini così!". E i figli hanno imparato che la vera carità si dà, si fa non da quello che ci avanza, ma da quello ci è necessario. Sono sicuro che quel pomeriggio hanno avuto un po' di fame... Ma così si fa! Di fronte ai bisogni del prossimo, siamo chiamati a privarci - come questi bambini, della metà delle cotolette - di qualcosa di indispensabile, non solo del superfluo; siamo chiamati a dare il tempo necessario, non solo quello che ci avanza; siamo chiamati a dare subito e senza riserve qualche nostro talento, non dopo averlo utilizzato per i nostri scopi personali o di gruppo» (Papa Francesco).