TESTO Commento su Luca 19,45-48
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
Venerdì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (22/11/2024)
Vangelo: Lc 19,45-48
Gesù con toni forti scaccia via mercanti e venditori che, autorizzati dai responsabili religiosi, avevano reso il Tempio di Dio simile ad un mercato. Il Tempio da luogo di preghiera era stato ridotto a un luogo di affari. Per alcuni Dio era diventato una fonte di reddito e chissà, forse anche i tanti che si recavano lì avevano ridotto il rapporto con Dio a mercanzia: grazie e vita eterna in cambio di preghiere, donazioni e qualche animale offerto in sacrificio. È un rischio al quale siamo quotidianamente esposti: quello di fare della vita un mercato, riducendo persino le cose di Dio a fonte di guadagno. Soprattutto per i pastori della Chiesa, l'attaccamento ai soldi, l'ostentazione della ricchezza e di beni di lusso è una cosa che dà molto scandalo. Non solo: vi è anche la tentazione di ridurre il rapporto con Dio a compravendita: il Signore viene ridotto ad un distributore di grazie per cui, inserita la “moneta” (che sia di metallo o da intendersi metaforicamente), si seleziona la grazia da ricevere... E qualora la grazia chiesta (o pretesa!) non arrivi, il “distributore” viene scosso a suon di rabbia... Ancora molte persone sono incastrate in un'idea arcaica di Dio, che agirebbe secondo il principio della retribuzione: se le cose vanno bene è segno di benedizione, se no si tratta di un castigo/punizione per qualche peccato commesso. Quest'idea distorta e menzognera non porta a vivere un rapporto sano con il Signore, cioè fatto di fiducia e d'amore, piuttosto impastato di sospetto e paura. C'è anche quella tentazione di vivere all'insegna del tornaconto e dell'interesse anziché dell'amore gratuito. Si fanno le opere buone per averne in cambio oppure in vista di qualche favore da ottenere. Possiamo proprio dirlo: quante volte il nostro cuore è un mercato! Ecco perché abbiamo bisogno di pregare affinché lo Spirito Santo purifichi il nostro cuore, lavorando al contempo su noi stessi per “tirare all'aria” tutto ciò che puzza di egoismo, e ci impedisce di amare gratuitamente Dio e i fratelli e le sorelle.
Che il Signore ci aiuti a ribaltare tutte queste pericolose falsificazioni del volto di Dio e del nostro rapporto con lui, perché riscoprendo la gratuità del suo amore per noi, possiamo ricambiarlo con lo stesso amore, da riversare copioso sulle persone che ci stanno accanto.
«È molto brutto quando la Chiesa scivola su questo atteggiamento di fare della casa di Dio un mercato. Queste parole ci aiutano a respingere il pericolo di fare anche della nostra anima, che è la dimora di Dio, un luogo di mercato, vivendo nella continua ricerca del nostro tornaconto invece che nell'amore generoso e solidale. Questo insegnamento di Gesù è sempre attuale, non soltanto per le comunità ecclesiali, ma anche per i singoli, per le comunità civili e per la società tutta. È comune, infatti, la tentazione di approfittare di attività buone, a volte doverose, per coltivare interessi privati, se non addirittura illeciti. E' un pericolo grave, specialmente quando strumentalizza Dio stesso e il culto a Lui dovuto, oppure il servizio all'uomo, sua immagine. Perciò Gesù quella volta ha usato “le maniere forti”, per scuoterci da questo pericolo mortale» (Papa Francesco, Angelus 4 marzo 2018).