TESTO Commento su Giovanni 2,13-22
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
Dedicazione della Basilica Lateranense (09/11/2024)
Vangelo: Gv 2,13-22
13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.
18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Don Giampaolo Centofanti (Giampaolo Centofanti blog). Gesù in altri casi risponde ad alcune persone che pretendono da lui segni che non avranno altro segno che quello di Giona, che finì per tre giorni nella bocca della balena. Ma qui risponde a persone evidentemente ancora non del tutto chiuse alla luce. Per loro il segno è sciogliere (= vera traduzione dal testo ora) questo Tempio, lasciare che i loro cuori vengano liberati da tanti schemi, chiusure, interessi, capricci per poter sperimentare la grazia che il Messia viene a donare. Gesù dunque spiega che non ha appena fatto un gesto di violenza esteriore ma un dono di aiuto a superare resistenze alla grazia che quelle persone stavano ricevendo. Stava proprio donando loro di poter riconoscere, accogliere, il segno che chiedevano.