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don Michele Cerutti

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1a domenica Tempo di Avvento (anno C) (17/11/2024)

Vangelo: Lc 21,5-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-28

5Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

20Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. 21Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; 22quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. 23In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. 24Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

La prima domenica d'Avvento ci esorta a vigilare.
Cosa significa questo?

Vigilare significa non avere il cuore "appesantito". Il ritorno del Figlio dell'uomo non sarà preceduto da segni premonitori prevedibili e rassicuranti: giungerà all'improvviso. Ciò che conta, dunque, è stare attenti a non lasciarsi sorprendere.

Il capitolo da cui è tratto il Vangelo proclamato si apre con Gesù, che elogia l'anziana donna che getta i piccoli spiccioli per l'offerta del Tempio vedendo in lei il modello di donazione totale, mentre i discepoli sono presi nel contemplare la bellezza di questo luogo di culto caro alla tradizione ebraica.

L'attenzione del Messia è ancora una volta al particolare mentre il rischio è di fermarsi all'apparenza.

I versetti di questa domenica mettono in evidenza proprio il contrasto tra la sontuosità del Tempio ammirato dagli apostoli e le parole dure di Gesù che vogliono scuotere per far sì che si volga lo sguardo all'essenziale.

Luca scrive il Vangelo nel 70 d.C. e ricorda quello che il Maestro ha affermato mettendo in guardia le comunità affermando che di quella costruzione non rimarrà pietra su pietra. In quegli anni Tito distruggerà proprio quel Tempio e avrà inizio la diaspora.

Questi eventi che provocano un certo sconcerto debbono spingere il discepolo alla conversione anche se questa porta inevitabilmente a delle scissioni.
Gesù parla di persecuzione.
Questa realtà è conosciuta dalle comunità lucane.
L'invito del Maestro è quello della perseveranza.

Teniamo conto che nelle prime ore della cristianità i convertiti dal paganesimo o dall'ebraismo a volte dopo essere perseguitati sfuggivano da queste condizioni rinnegando la fede.

Gesù afferma che la perseveranza porta alla salvezza ed esorta i suoi interlocutori a non avere paura.
Anche a noi oggi ci viene consegnato l'invito a non temere.

Quali sono le paure che imperversano nelle comunità cristiane?

Da un lato il timore è legato al giudizio finale e tra i cristiani abbiamo gli apocalittici coloro che vedono morte in ogni luogo e parlano di punizioni e flagelli senza nessun orizzonte legato alla misericordia.

Dall'altro ci sono cristiani che per paura di essere perseguitati dal mondo cedono alle mode e ai pensieri che non corrispondono alla fede.

Alla base di tutto una consegna sbagliata dell'annuncio che porta a questi due eccessi.

Il brano evangelico prosegue: Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

Non siamo soli e l'Alfa e l'Omega della storia non è nel il COVID, né Putin, né Zelensky, ma Gesù e solamente Lui.

Non dobbiamo avere paura della persecuzione perché Egli ci offre lo Spirito Santo, il Paraclito come nostra difesa.

Abbiamo detto nelle comunità cristiane vi sono i due estremi, ma è bello anche essere ammirati per tutti coloro che vivono la loro fede in maniera semplice e testimoniandola con coraggio. Sono coloro che nel posto di lavoro non cedono alle lusinghe di carriere con inviti subdoli nel rinnegare le proprie convinzioni e sono coloro che si impegnano ad annunciare la bellezza del Vangelo senza diffondere insane paure.

L'annuncio del Regno è la nostra responsabilità e va vissuta non colorandola di tinte fosche, ma sempre con i raggi della Risurrezione a cui tutti siamo votati.

Anche noi come i discepoli siamo attratti dalle bellezze del Tempio ovvero magari volti alle logiche dei grandi numeri o dei sontuosi avvenimenti della nostra fede.

Tendiamo a scoraggiarci quando vediamo poco seguito alle iniziative delle comunità.
Gesù ci spinge ad avere sempre lo sguardo sull'essenziale.

Il cristianesimo non è popolarità è anzi strada veramente impervia ma si poggia su Cristo che ci ha garantito: “Io sono con voi fino alla fine del mondo”.

 

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