TESTO Commento su Marco 12,28-34
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (03/11/2024)
Vangelo: Mc 12,28-34
28Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 32Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Don Giampaolo Centofanti (Giampaolo Centofanti blog).Gli ebrei chiamano i dieci comandamenti le dieci parole. È molto bello ciò perché poi Gesù afferma che la Parola è un seme, un dono. Una grazia che come un seme cresce nei modi e nei tempi opportuni nella vita di quella persona cominciando gradualmente a sciogliere nodi e ad aprire strade, con ogni bene. Si tratta dunque di comandamenti nel senso che nella parola vi è una grazia che opera, porta verso la vita, con ogni bene.
Nel capitolo 55 di Isaia Dio dice:
8Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore.
9Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
10Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore
e pane da mangiare,
11così sarà della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.
Ecco il moralismo può aver letto questo vangelo come se usasse imperativi, come comandi: amerai, devi amare. Ma il testo greco usa un futuro: amerai, riceverai il dono della fiducia in Dio, nel suo amore e il tuo cuore sarà sostenuto, riscaldato, dall'amore di Dio, con ogni bene. Riceverà con gradualità a misura della tua serena crescita il dono di incamminarsi sulla via della fede, dell'amore, della speranza
Oggi non vorrei dire molte altre parole. Lasciamo che l'amore meraviglioso, di vero cuore, buono, sereno, di Dio entri nei nostri cuori, ci incoraggi e ci porti per mano sulla via della vita.