TESTO Aggiungi un posto a tavola
II domenica dopo la Dedicazione (Anno B) (03/11/2024)
Vangelo: Lc 14,1a.15-24
1Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
15Uno dei commensali, avendo udito questo, gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». 16Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. 17All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. 18Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. 19Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. 20Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. 21Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. 22Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. 23Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. 24Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Non c'è luogo in cui Gesù non venga messo alla prova od osservato.
Viene invitato a casa di un fariseo e l'atmosfera che Luca ci fa respirare è quello dell'osservare il Maestro.
Tuttavia, Gesù coglie questo invito per rilanciare qualche suo insegnamento.
Questo capitolo 14 di Luca si apre proprio mettendo in evidenza come una volta invitato i commensali osservano Gesù. Poi i versetti proseguono e vediamo l'illustre ospite guarire in giorno di sabato un uomo idropico chiedendo ai commensali se è lecito oppure no guarire rompendo la legge del riposo.
Lo sentiamo esortare gli invitati a scegliere i primi posti fino ad arrivare alle parole di oggi in cui parlando del regno di Dio indica come davanti all'invito ad accostarsi molti rifiutano adducendo motivazioni futili.
Tuttavia, gli inviti raggiungono persone impensabili come storpi, zoppi, ciechi e poveri. Questi rispondono prontamente all'invito.
Gesù non si fa condizionare da chi ha davanti, ma mantiene una linea di fedeltà dell'annuncio anche se questo può aver provocato qualche indigestione.
Un grande insegnamento nelle varie circostanze in cui ci troviamo siamo esortati a non abbassare il nostro livello.
L'insegnamento di oggi rimane fondamentale e costituisce il proprio del cristianesimo.
L'attenzione ai poveri a cui ci rimanda spesso Papa Francesco trova nel Vangelo il suo fondamento.
Il regno di Dio non è una realtà borghese che rende le coscienze a posto, ma è una realtà in cui chi è povero ha più facilità ad entrare non perché la partecipazione al banchetto è esclusivo di una categoria rispetto a un'altra, ma perché la povertà rende il cuore capace di liberarsi di tante sovrastrutture che il ricco si crea.
Mentre risentiamo l'eco della festa della dedicazione del Duomo e ripassiamo nel nostro cuore i colori della domenica missionaria siamo esortati oggi a soffermarci a quell'anticipo del Regno che si può respirare in tante realtà della Chiesa ambrosiana a servizio delle categorie più deboli.
Siamo quindi invitati a scoprire come questa gloriosa Chiesa vive la dimensione della carità che nel corso dei secoli con l'intervento di grandi testimoni si è vista accrescere di un variegato mondo in diversi settori della fragilità.
Tutto questo è la risposta all'invito del Vangelo affinché nessuno si senta escluso.
Aspetti tutti questi che ci richiamano anche loro alla missionarietà perché questa consiste nel vivere l'annuncio del Vangelo là dove ci troviamo.
Penso alle tante vie della città abitate da persone di diverse parti del mondo.
Milano, il suo hinterland e tutto il territorio della Diocesi stanno diventando sempre di più città e paesi dai diversi colori e questo ci esorta a ripensare che l'annuncio del Regno non può fare a meno di confrontarsi con culture differenti.
Nessuno deve sentirsi escluso e il libro del profeta Isaia ci fa entrare pienamente in questa atmosfera di festa per tutti.
Il popolo di Israele vive a Giuda sotto il dominio persiano e ha in mente i tempi in cui si vivrà in pace senza più oppressione e saranno giorni in cui tutti nessuno escluso parteciperà di questa gioia.
Sono menzionate categorie come gli eunuchi invitati a non considerarsi alberi secchi.
Rileggendo questi brani penso a Papa Francesco e agli sforzi di questi anni per rendere la Chiesa sempre più inclusiva e come questo gli è costato incomprensioni e bordate eppure quello che ci offre lo possiamo scoprire attraverso questa Scrittura.
Ogni ospite apporta gioia al banchetto e noi tutti siamo chiamati a rispondere prontamente all'invito e a non escludere proprio nessuno.