TESTO Commento su Lc 13,34-35
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Giovedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (31/10/2024)
Vangelo: Lc 13,31-35
Come vivere questa Parola?
In questi versetti si mescolano la tenerezza di Gesù e la durezza di cuore che a volte caratterizza l'uomo... Gesù che ci vorrebbe intorno a sé, sotto le sue ali, come qualcosa di prezioso e delicato, da proteggere e benedire... Ma “voi non avete voluto”, spesso non vogliamo stare lì e finiamo per sentirci abbandonati.
Abbandonati non perché Lui ci lascia soli, ma perché Lui ci lascia liberi di sceglierlo, e noi scegliamo altro. Non perdiamo le occasioni che la vita ci dona per incontrarlo e amarlo, nell'Eucaristia, nella preghiera, nella Sua Parola, nel perdono dato e ricevuto, nei momenti in cui la pazienza è messa alla prova, nel sopportare chi ci da fastidio, nell'accogliere con affetto chi incontriamo... e in ogni cosa che lo Spirito ci ispira, con l'inquietudine sana di chi ama.
Signore, aiutami da accoglierti adesso, per amarti non ho che l'oggi, quest'ora, questo istante. Donami il coraggio di dirti sempre di sì, e di dirtelo adesso, perché possa essere segno del Tuo amore e della Tua tenerezza per ogni vita che mi metti accanto. Resta con me.
La voce del Papa
Ecco, allora, l'inquietudine dell'amore: cercare sempre, senza sosta, il bene dell'altro, della persona amata, con quella intensità che porta anche alle lacrime. [...]. Come siamo con l'inquietudine dell'amore? Crediamo nell'amore a Dio e agli altri? Non in modo astratto, non solo le parole, ma il fratello concreto che incontriamo, il confratello che ci sta accanto! Ci lasciamo inquietare dalle loro necessità o rimaniamo chiusi in noi stessi, nelle nostre comunità, che molte volte è per noi “comunità-comodità”? A volte si può vivere in un condominio senza conoscere chi ci vive accanto; oppure si può essere in comunità, senza conoscere veramente il proprio confratello: penso ai consacrati che non sono fecondi, che sono “zitelloni”. L'inquietudine dell'amore spinge sempre ad andare incontro all'altro, senza aspettare che sia l'altro a manifestare il suo bisogno.
Francesco - Santa Messa in occasione dell'apertura del Capitolo Generale dell'Ordine dei padri Agostiniani 2013
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