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TESTO Signore ridonami la vista

padre Antonio Rungi

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (27/10/2024)

Vangelo: Mc 10,46-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,46-52

46E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Il testo del Vangelo di questa XXX domenica del tempo ordinario è un'introduzione alla Solennità di tutti i Santi e alla Commemorazione dei Fedeli Defunti. In questi giorni si prega tanto per i defunti, soprattutto dove è più forte l'esperienza di sofferenza e di morte, specie dei giovani, deceduti per varie cause. Vogliamo aiutare il cammino dei nostri fratelli in orazione che ricordano nelle celebrazioni eucaristiche, nei santi rosari e nelle varie preghiere i propri cari, che hanno lasciato questo mondo per l'eternità. Il Vangelo odierno ci presenta un miracolo compiuto da Gesù. Si tratta della guarigione di un cieco e questo miracolo avviene mentre Gesù partiva da Gerico, insieme ai suoi discepoli e con Lui c'era molta folla. Nel suo andare verso Gerusalemme, partendo da Gerico lungo la strada incontra il figlio di Timeo che si chiamava Bartimeo, cieco, che mendicava. Si tratta di una situazione come quelle che spesso vediamo anche sulle nostre strade, vicino alle chiese, nei luoghi frequentati dove è più facile chiedere e fare l'elemosina, fare un'opera di carità. I ciechi e non solo che chiedono l'elemosina li troviamo ovunque nelle nostre città. Questo signore, appunto Bartimeo, figlio di Timeo, che chiede aiuto perché è nelle condizioni di non poter fare nulla e ha bisogno di un sostegno economico. Allora sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare, a dire figlio di Davide Gesù, abbi pietà di me. Evidentemente il vocio delle persone, della folla che accompagnava Gesù ha permesso a Bartimeo di rivolgersi a Gesù e chiedere aiuto. Lo chiama figlio di Davide e gli chiede perdono con un'espressione ben nota nel vangelo "abbi pietà di me". Come possiamo capire la cecità e la malattia viene legata al peccato a qualche, per cui essa è espressione e manifestazione del cuore o della mente il grido fammi guarire da molti viene inteso come una pretesa per cui lo rimproveravano e gli dicono di tacere. È chiaro, quando c'è qualche richiesta particolare a chi sta intorno ad una persona che conta, come il Maestro, dà fastidio. In questo caso vogliono zittire Bartimeo che gridava sempre più forte: Figlio di Davide, abbi pietà di me. La voce di quest'uomo è insistente, in quanto ha bisogno di riacquistare la vista, essenziale per la vita. Lo sappiamo benissimo che la vista è uno dei cinque sensi indispensabili per poter vivere dignitosamente in un contesto anche di relazione e di umanizzazione. Gesù di fronte a questo grido straziante si fermò e disse: chiamatelo. Gesù è sempre molto attento ai bisogni di coloro che chiedono aiuto. Non è indifferente al dolore altrui, è sempre aperto all'ascolto, per sapere che cosa chiedono. E infatti lo fa' chiamare e lui arriva fino a Gesù. Potendo camminare, sicuramente da dolo o accompagnato da qualcuno si presentò da Gesù. E lui gettato via il suo mantello balzò in piedi e venne da Gesù. Questo gesto di coraggio, questa forza d'animo, che lo spinge ad andare verso il Signore Gesù, per il Signore è solo una grande fede. Ecco perché gli domanda, che cosa vuoi che io faccia per te? Legittima questa domanda parte del Signore. Mi stai chiamando? Mi stai invocando? Mi stai chiedendo un aiuto, ma io che cosa posso fare per te? Il cieco gli risponde che rivuole la vista. Lo sappiamo benissimo che la richiesta che veda di nuovo, ci fa capire che effettivamente è un soggetto che ha perso la vista. Non è un cieco nato, altrimenti avrebbe detto diversamente. Questa richiesta fa parte forse di un trauma subito da quest'uomo che ha perso la vista un po' quelle che capita anche ai nostri giorni in tante circostanze. Anche noi abbiamo bisogno di rivedere tante cose che non vanno alla luce dell'insegnamento del vangelo soprattutto la nostra fede e il nostro completo abbandono a Dio. La conclusione di questo dialogo è la guarigione del cieco, che viene sanato per la fede che Gesù nota in lui e che risulta evidente anche agli altri. Il cieco guarito non scappa via ma sente la naturale esigenza di mettersi alla sequela di Gesù. Dal dono ricevuto non solo della vista fisica c'è qualcosa di più importante che fa cambiare totalmente la vita di questo mendicante, quella della sequela del maestro che apprezza questa saggia decisione di un uomo, prima privato tutto ed ora in possesso di ciò che conta davvero davanti a Dio ricco di ogni grazia e di benedizione.

 

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