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TESTO Commento su Gc 1,11

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Lunedì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (13/02/2006)

Brano biblico: Gc 1,11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Si leva il sole col suo ardore e fa seccare l'erba e il suo fiore cade, e la bellezza del suo aspetto svanisce.

Come vivere questa Parola?

L'autore della lettera, che ci viene proposta dalla liturgia odierna, ricorre a un'immagine particolarmente eloquente, per richiamare l'attenzione sulla fugacità di quei beni a cui molte volte ci si abbarbica quasi fossero l'unico scopo della vita e fonte di sicurezza perenne. Beni di ogni genere: economici, culturali, spirituali. Mete, posizioni di prestigio ambiziosamente perseguite; doni di natura e anche di grazia, gelosamente custoditi, che prima o poi sfioriranno, lasciando una sensazione di vuoto e di delusione. L'uomo è grande per quello che "è" non per quello che "ha", fossero pure le più eccezionali capacità. Basta un ictus e il genio si trova a balbettare. Un tracollo finanziario ed ecco il ricco sul lastrico... E comunque, al termine della vita, tutto ciò rivelerà la sua inconsistenza. "Vanità" direbbe Qoelet. Opprimente pessimismo? Invito a ripiegare tristemente sull'ineluttabilità di un destino crudele? Tutt'altro! Invito a "tesoreggiare", depositando questi stessi beni nell'unica banca capace di farli fruttificare al cento per cento: quella della condivisione che nasce dall'amore. Il "ricco" (in ogni senso) è tale per tendere la mano al povero. E il "povero" per mantener desta nel ricco la consapevolezza di quella radicale indigenza che tutti ci acco-muna. Sì, egli è come un dito puntato all'orizzonte, là dove finito e infinito sembrano fondersi, là dove anche ciò che è fugace acquista respiro di eternità se trasfigurato dall'amore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a vedere il mio volto riflesso in quello dei "poveri" che incontro e di cui, forse, mi sento superiore. Ascolterò il loro muto richiamo alla mia "povertà" e la conseguente sollecitazione a puntare verso quell'"oltre" che è pienezza di amore.

Signore mio Dio, apri i miei occhi sull'inconsistenza di tutto ciò che non porta il marchio dell'amore. Liberami dalla tentazione di edificare su di esso la mia vita.

La voce di un Padre della Chiesa

Tutte le ricchezze e tutto l'oro non sono altro che un po' di sabbia (Sap 7,9). Non bisogna da una parte convincersi di non nutrire alcuna preoccupazione nei confronti dei beni di questo mondo e dall'altra procurarseli e incatenarsi ad essi.
Metodio di Olimpo

 

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