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TESTO Commento su 1Cor 11,23-25

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Giovedì Santo (Messa in Cena Domini) (28/03/2002)

Brano biblico: 1Cor 11,23-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 13,1-15

1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. 2Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, 3Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. 5Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. 6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 7Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». 8Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». 10Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? 13Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. 14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 15Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.

Dalla Parola del giorno

Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la NUOVA ALLEANZA nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete, in memoria di me".

Come vivere questa Parola?

Il vangelo di oggi si sofferma sulla lavanda dei piedi dei discepoli da parte di Gesù: un gesto parabola del suo vivere in umile servizio fino a dare la vita. Nella seconda lettura, Paolo invece rievoca le parole del Signore, quando istituisce l'Eucaristia, nell'ultima Cena. Queste parole sono un invito, per noi, a entrare vivi in questo evento di portata enorme per la nostra fede. Il pane spezzato, il calice colmo del vino non sono un simbolo soltanto quando, durante la Messa, vengono consacrati. Il "pane" e il "vino" sono realmente (anche se in modo "misterico") il corpo e il sangue di Cristo. Anzi, l'Alleanza, che è il filo d'oro della storia d'amore intessuta da Dio col suo popolo, qui diventa "la NUOVA ed eterna Alleanza": un patto d'amore non più scritto su pietra, ma siglato dal sangue stesso di Gesù, dal suo amare "i suoi sino alla fine" ossia fino a un punto, oltre il quale non si può più andare.

Oggi, in una pausa contemplativa più che mai raccolta attorno a questo mistero d'amore senza limiti, chiedo al Signore che il mio cuore si apra a maggior comprensione. Non si tratta di comprendere con la mente (non riusciremo mai) quanto con la vita. Che io mi spalanchi in fiducia all'onda di amore che viene da Gesù Eucaristico e accolga anche quello che dice S.Giovanni: "Se Dio ci ha amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri" (1 Gv 4,11). Con quali sentimenti del cuore e con quale tratto esteriore mi accosto alla comunione e poi avvicino sorelle e fratelli?

La voce di un maestro di spirito

Quando, compiuta l'istituzione dell'Eucaristia, diede il comando: Fate questo in memoria di me, Gesù non intendeva dire soltanto: Fate esattamente i gesti che ho fatto io, ripetete il rito che io ho compiuto; ma intendeva dire anche: Fate la sostanza di ciò che ho fatto io; offrite anche voi il vostro corpo in sacrificio, come vedete che ho fatto io! Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.
Padre Raniero Cantalamessa

 

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