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TESTO Commento su Giovanni 8,51-59

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Giovedì della V settimana di Quaresima (21/03/2002)

Vangelo: Gv 8,51-59 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò.

Come vivere questa Parola?

Scribi e farisei, all'interno delle loro dispute con Gesù, si vantano sempre di avere per padre Abramo. Qui Gesù fa luce su questo "nostro padre nella fede" che fu anche uomo di speranza, perché gioì della Risurrezione: il giorno di Cristo per eccellenza. In che senso? Abramo visse, nella sua storia personale, una prefigurazione di quel trionfo della vita sulla morte che è la Risurrezione di Gesù. La visse quando, nonostante la sterilità di Sara, si sentì dire che egli sarebbe stato "molto fecondo" e credette, "pur vedendo già come morto il proprio corpo – dice S. Paolo - e morto il seno di Sara". Di fatto nacque Isacco il cui nome in ebraico significa: "Egli rise". Sì, Abramo si rallegrò quando nacque Isacco e si rallegrò, "sperando contro ogni speranza", quando riuscì a fidarsi totalmente di Dio pur quando Egli gli chiese di sacrificargli Isacco: "il suo unico figlio". Se Isacco scompare, ogni promessa di Dio è vana perché è attraverso quel figlio che Dio ha promesso di benedire Abramo e di renderlo benedizione addirittura per i popoli tutti. Abramo lo sa! Tuttavia resta fermo nella fiducia: Dio troverà il modo di realizzare il sacrificio senza che esso comporti la morte di Isacco. E Isacco scende vivo dal monte: prefigurazione del Cristo risorto.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, prenderò coscienza che il mistero pasquale è davvero la grande vittoria. E non solo sulla morte corporale, ma su quelle forze di morte che, come la tristezza, il pessimismo, la rassegnazione, l'apatia corrodono spesso la mia esistenza. Verbalizzerò:

Signore, inoltrami verso la settimana santa con cuore colmo della speranza che Gesù crocifisso e risorto vuole alimentare in me.

La voce di un grande Papa del XX secolo

Al mondo intero, attento o sordo che sia, gridiamo il nostro gaudio vivissimo: Gesù Cristo è risorto! Sì, egli vive. La pietra del suo sepolcro è rovesciata; un giorno lo sarà anche quella del nostro. Questa è la nostra gioia. E' la nostra vittoria. E' la nostra salvezza, ora oggetto della nostra speranza.
Paolo VI

 

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