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TESTO La gelosia per chi fa il bene

padre Antonio Rungi

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XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (30/09/2024)

Vangelo: Mc 9,38-43.45.47-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,38-43.45.47-48

38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.

41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile.

45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna.

47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Il vangelo secondo Marco che leggiamo in questa 26esima domenica del tempo ordinario ci sollecita una riflessione importante per la nostra salvezza eterna. Gesù cammina e con lui anche gli apostoli e i nuovi anonimi seguaci. Succede un fatto particolare che Giovanni fa osservare a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Scatta una forma di gelosia, di esclusivismo da parte degli apostoli. Ma Gesù fa capire che tutti possono fare il bene. Da qui il monito: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me" ed aggiunge una cosa molto importante: "chi non è contro di noi è per noi”. Ed entra nel merito di come valutare il comportamento umano alla luce del Vangelo: "Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa”. Il bene che si fa non va perduto al cospetto di Dio. Poi affronta il grande tema morale dello scandalo. Dice senza mezzi termini che "Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”. Un giudizio di condanna senza appello da parte di Gesù in riferimento ad ogni tipo di scandalo che possiamo provocare con i nostri errati comportamenti. Da qui l'invito di Gesù di rompere ogni vincolo con il male che chiaramente viene prima pensato e poi messo in essere. Perché in termini assurdi consiglia che "se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Mani, piedi ed occhio se sono motivo di fare del male bisogna controllarli e metterli sotto vigilanza e verifica dei valori evangelici. Bisogna avere il coraggio di rompere con il male e con quanto di corporeo è motivo di scandalo nella chiesa e nella società.

 

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