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TESTO Commento su Luca 9,18-22

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (27/09/2024)

Vangelo: Lc 9,18-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,18-22

18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». 19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.

22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

“Per te chi sono io? Cosa sono per te?”. Queste domande Gesù le rivolge oggi ad ognuno di noi. Possiamo dire che Lui è il senso del nostro esistere? Che Lui è la persona più importante della nostra vita? O è solo un fantasma, un orpello, un ricordo, un fardello, un astratto modello o, peggio, un ostacolo per la nostra vita e per i nostri desideri? In sincerità, se Gesù ci promettesse già in questa vita gloria e potenza lo sceglieremmo di corsa, ma se ci parla della necessità di attraversare la sofferenza e la morte per risorgere, sorge qualche remora in noi! Nella nostra vita di cristiani noi non contempliamo la sofferenza e le difficoltà, e se arrivano per alcuni è segno che Dio si è dimenticato di noi, che non ci ama, che non ci ha a cuore. Spesso giungiamo a pensare che la nostra fede sia il parafulmine di ogni avversità. Pensiamo che la nostra fede in Cristo ci dia una corsia preferenziale comoda e senza intoppi. Ma quando mai! Possiamo dire di non avere problemi o di non averne mai avuti? Allora se li abbiamo avuti o Dio non ci ama o la nostra visione di fede è falsata! Certamente è la seconda opzione! Difficoltà e sofferenze fanno parte di questa vita. Ciò che fa la differenza è come le viviamo; e, soprattutto, con chi le viviamo: da soli o con il Signore? Oggi rinnoviamo il nostro sì al Signore nella fiduciosa sequela, certi che ogni cosa, anche le difficoltà che non vorremo vivere, nelle mani di Dio conducono ad un bene più grande.

«Oggi ci troviamo a lottare contro un persecutore subdolo, un nemico seducente. Un tentatore che non flagella il dorso, ma liscia il ventre; non esilia a vita, ma condanna a morte coprendo di ricchezze; non ci chiude in carcere, dandoci la vera libertà, ma ci accoglie nei suoi palazzi, e così ci rende schiavi; non ci tormenta i fianchi, ma si impossessa del nostro cuore; non decapita con il ferro della spada, ma uccide l'anima con l'oro; non ci minaccia apertamente del rogo, ma in segreto attira su di noi il fuoco della Geènna. Non ci sfida, per non essere sconfitto, ma prevale su di noi con l'adulazione. Professa il nome di Cristo per poi sconfessarlo; si adopera per la conciliazione e ci toglie la pace; opprime gli eretici per fare sparire i cristiani; copre di onori i sacerdoti perché non vi siano più pastori; costruisce chiese e distrugge la fede» (s. Ilario di Poitiers).

 

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