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TESTO Educare a resistere o ad accomodarsi?

don Angelo Casati   Sulla soglia

Domenica che precede il martirio di S. Giovanni il Precursore (Anno B) (25/08/2024)

Vangelo: Mt 10,28-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 10,28-42

28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

34Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. 35Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; 36e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.

37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Le letture oggi un po' ci inquietano, parlano dei discepoli e della loro testimonianza nella vita: e nella via c'è di tutto, ci sono anche i lupi. Gesù ha appena finito di dire: "Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe". E' nel vivere quotidiano che passa la testimonianza a Gesù e si confrontano bellezza e brutalità. E dove passa il confine non è sempre facile capire: non siamo al riparo da inganni e abbagli; non possiamo dunque permetterci di essere disinvoltamente ingenui. Ci occorre discernere e dunque una lucentezza: la lucentezza della Parola di Dio, la lucentezza della coscienza, la lucentezza di sorelle e fratelli, compagni di cammini. Mi chiedo se non alludesse a questo Gesù parlando di una spada, spada non per trafiggere, ma per separare. Per separare

l'inconciliabilità degli orizzonti: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l'uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera" Una opposizione tra modi di vedere la vita, che può attraversare la stessa casa, può per disavventura fare di noi dei separati in casa. La fede infatti ha a che fare con la vita e qualche volta ce lo dimentichiamo. Con la vita e la strada. Lo ricordava in questi giorni, in un dialogo con il gesuita Antonio Spadaro, il regista Martin Scorsese alla presentazione di un loro libro, confessava: "Crescendo nelle strade, ho cominciato a capire che avere fede non era una cosa da vivere solamente all'interno della chiesa: non hai fede dentro la chiesa, dentro l'edificio e poi, invece, quando vai in strada è diverso. Non è così: deve essere vissuta nella vita quotidiana. Bisogna lavorare sull'imitazione di Cristo al di fuori del perimetro della chiesa. Ecco, vivevo in tensione tra la strada e la chiesa". La strada è terra anche di vigilanza.

E sembrano ricordarlo con insistenza le letture di oggi, Ricordano la possibilità della persecuzione e del martirio, il libro dei Maccabei in particolare con la storia della madre e dei suoi sette figli. Non entro nelle interpretazioni storiografiche del libro per le quali non ho competenze. Raccolgo una suggestione e la vorrei chiamare "educazione alla resistenza", educare a resistere. Qualcuno per restrizione di orizzonti potrebbe osservare che oggi non è più tempo di persecuzione. Ma è solo per angustia di orizzonte. Leggo il rapporto 2023 su "Cristiani che rischiano per la loro fede nel mondo": sono 360 milioni. E noi dimentichiamo. Vorrei aggiungere che spesso dimentichiamo: che l'attentato più insidioso alla fede è quello nascosto, sottile, sottotraccia; accade quando i lupi si travestono da pecore e si ammantano di parole e di segni accattivanti per la religione.

Lo ricordava, con parole di una acutezza stringente, Ilario di Poitiers, un padre della chiesa del quarto secolo, che in un suo libro, "Contro l'imperatore Costanzo", scriveva": "Combattiamo contro un persecutore insidioso, un nemico che lusinga: non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre, non ci confisca i beni per la vita ma ci arricchisce per la morte, non ci sospinge col carcere verso la libertà ma ci riempie di incarichi nella sua reggia per la servitù, non spossa i nostri fianchi ma si impadronisce del cuore, non taglia la testa con la spada ma uccide l'anima con il denaro, non minaccia di bruciare pubblicamente, ma accende la geenna privatamente. Non combatte per non essere vinto ma lusinga per dominare, confessa il Cristo per rinnegarlo, favorisce l'unità per impedire la pace, reprime le eresie per sopprimere i cristiani, carica di onori i sacerdoti [...] costruisce le chiese per distruggere la fede. Ti porta in giro a parole, con la bocca".

Voi mi capite, la madre che sguscia dal racconto del libro dei Maccabei ha qualcosa da insegnarci non solo per la lucidità nel mettere a nudo le parole accattivanti del potere, ma anche per il coraggio che sa infondere ai suoi sette figli, perché non vengano meno alla fedeltà a Dio, alla loro coscienza, all'anima. Educare a resistere o educare ad accomodarsi? Diciamocelo, non è senza problemi educare a resistere. Perché i tuoi figli, le ragazze e i ragazzi, li guardi negli occhi e a volte ti trema il cuore, come penso abbia tremato il cuore a quella madre. Non sono scelte facili, tanto meno indolori. Però che belli - diciamolo - i ragazzi e le ragazze, quando li vedi muoversi e cercare strade senza asservirsi, non manipolati ma liberi, a rincorrere orizzonti che li appassionano. Gelosi nel difendere il tesoro che hanno dentro, il segreto delle germinazioni.

Certo non è facile, nemmeno per loro quando a metterli alla prova sono il risolino degli adulti o momenti inattesi di delusione. E bisogna capirli hanno a volte a che fare con nuovi imperatori che rubano i sogni e con i sogni l'anima. Benedetti coloro che li educano a resistere e li sorreggono perché non vengano meno. E allora perdonate se do nome di "bicchiere di acqua fresca" all'incoraggiare, leggo: "Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa". E chiudo con una immagine che avvolge la vita, la custodia di Dio, la custodia dei passeri, la custodia di ciò che è piccolo, di ciò che, agli occhi dei cosiddetti esperti, vale poco niente: "Due passeri non si vendono forse per un soldo?". E io? A pregare:

Ancora a pregare che tu senta
battere e ribattere veloce
questo cuore
come quando la mano
ode il pulsare di un passero
che spaurito
ha trovato
nel tuo corpo
estremo rifugio.

 

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