TESTO Commento su Marco 7,24-30
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Giovedì della V settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (09/02/2006)
Vangelo: Mc 7,24-30
Dalla Parola del giorno
Entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Come vivere questa Parola?
La frase, di per sé secondaria rispetto al messaggio veicolato dall'episodio, richiama l'attenzione su una realtà che è essenziale per un'autentica testimonianza. Gesù è in cammino, come sempre, per portare la buona notizia che il Regno è alle porte, anzi "è in mezzo" a noi. Entra in una casa quasi di soppiatto: "non voleva che si sapesse". "Ma non poté restare nascosto". La folla sbandata e bisognosa di aiuto lo cerca e irrompe nella casa. Ed ecco una donna pagana accorrere umile e fiduciosa. Non pretende: implora aiuto per la figlia. Non si allontana sdegnosa quando sembra che Gesù la respinga: crede nella sua potenza e, più ancora, nel suo amore. È questa fede che muove Gesù al miracolo. Ma come la donna ha potuto scoprire che Gesù era là? Oggi gli operatori pastorali si arrabattano per trovare metodi nuovi e più efficaci per "far passare" Cristo. Tutte le discipline sono mobilitate: psicologia, pedagogia, didattica... E i frutti stentano a vedersi. Cosa non funziona? Il vangelo ci dice che Gesù "non poté restare na-scosto". Se la casa è abitata dalla sua presenza, anche se volessimo tenerlo nascosto, gli altri lo avvertirebbero. "Vivere Cristo", lasciarsi "abitare" da Lui, sostare in intima e adorante comunione con quest'Ospite divino grida più forte e in modo più convincente di qualsiasi omelia, catechesi, conferenza tenuta dal più eloquente oratore. Per testimoniare Gesù non è necessario fare cose straordinarie: basta "accoglierlo in casa nostra", aderendo a Lui con tutto il nostro essere. Gli altri si accorgeranno che c'è e accorreranno.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, rientrerò in me stesso per sostare accanto a Gesù che mi abita e lasciarmi impregnare di Lui, così che il mio pensiero, le miei azioni, le mie parole, tutto il mio essere quasi lo "trasudi".
"Vivere Cristo" sia l'anelito profondo del mio cuore, l'impegno costante della mia vita, o Signore. Tu accoglilo e fecondalo con l'azione del tuo Spirito.
La voce di un sacerdote, amico personale di Paolo VI
I libri, i documenti, i ragionamenti non ci potranno mai convincere e convertire. Ciò di cui c'è bisogno è la luce di una vita, l'irradiamento di un volto, il battito di un cuore: è il dono di tutta una vita
Maurice Zundel