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TESTO Il ritmo cardiaco della felicità

don Roberto Seregni   Home Page

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (18/08/2024)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,51-58

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Ripercorro il sesto capitolo di Giovanni che ci ha accompagnato nelle Celebrazioni Eucaristiche di queste ultime domeniche e mi accorgo che, ad ogni nuova lettura, cresce in me lo stupore.

La Parola di Dio è come un Volto che non si finisce mai di contemplare, che è sempre nuovo, sempre da scoprire, da cercare, da amare.

Le letture dell'Antico Testamento ci hanno aiutato a scoprire che Gesù è il compimento delle promesse di Dio: Lui è il nuovo Mosè che dona un pane che non marcisce (Es 16), Lui è il banchetto definitivo promesso dai profeti (1Re 19; 2Re 4), Lui è la Sapienza che guida il nostro cammino (Pr 9). Ma questo compimento sembra non essere accolto, c'è indurimento, distanza, rifiuto.

Lo scandalo della folla raggiunge il suo punto estremo: Gesù dichiara che la Sua carne e il suo sangue sono cibo e bevanda di vita eterna.

Gesù ci invita a nutrirci di Lui, del suo amore, della sua logica di gratuità così diversa dai nostri criteri di possesso, di accumulo e di sicurezza. Il maestro ci chiama allo sbaraglio, ma il nostro uomo vecchio è costantemente assetato di garanzie e stabilità. È una battaglia, ma noi siamo discepoli di un Dio che ha sconfitto la morte e ha sbaragliato per sempre il nemico! Questa è la nostra evangelica certezza.

Il maestro ci chiama a svestirci delle nostre idolatrie, a smascherare la logica del tornaconto e sperimentare la bellezza disarmante della gratuità.

Gesù ci invita a nutrirci di Lui per iniziare a sperimentare che solo la gratuità è il ritmo cardiaco della felicità e che solo Lui può saziare l'insaziabile desiderio d'amore che ci abita.


Un abbraccio
don Roberto

 

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