TESTO Donna del deserto, oasi di resurrezione
Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa del Giorno) (15/08/2024)
Brano biblico: Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
46Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
L’ inizio di questa pagina dà già il senso di tutta la festa di oggi: “ si aprì il tempio di Dio”. La casa di Dio non è una casa ad uso e consumo del suo proprietario, ma è una casa aperta e accogliente, dove ogni persona diventa figlio, figlia, desiderato, desiderata. In questa casa appare l'Arca dell'Alleanza, la quale ci ricorda che tra noi e Dio non c'è un debito e un credito, non ci sono meriti o demeriti: c'è l'Arca dell'Alleanza. Dio ricorda la sua alleanza con noi, e noi siamo invitati a fare memoria di questa alleanza, un'alleanza di amore, di pace e di benevolenza, di bontà.
Proseguendo, ci sono in questo brano due elementi principali: il bene e il male, la vita e la morte. Innanzitutto, la protagonista è una donna. Tralasciando tutti i ricchi dettagli di come è vestita, cogliamo principalmente che è una donna incinta, quindi portatrice di vita, una donna incinta che soffre le doglie del parto; l’ altro elemento è il drago, anche in questo caso tralasciamo tutti i dettagli; è un drago che distrugge, che abbatte le stelle, che vuole divorare il bambino appena nato; quindi, è il male e la morte.
La lettura prosegue, decretando la vittoria del bene e della vita: la donna partorì un figlio maschio. Ma non basta: questa vittoria della vita e del bene, viene garantita da due azioni: il figlio viene rapito verso Dio, per essere da Dio custodito: tutto il bene che facciamo, tutta la vita che riusciamo a spargere, viene custodita da Dio. Essa stessa è dono di Dio e da Dio viene custodita e tutelata, come un vaso prezioso che noi ridurremo in mille pezzi, viene custodito da Dio.
La donna fuggì nel deserto, dove anche là Dio le aveva preparato un rifugio: il deserto è il luogo della fatica, del dolore, delle tentazioni, della prova; in questo deserto c'è un rifugio preparato da Dio, un'oasi. Pensate che bello poter abitare una casa preparata per noi da Dio stesso!
La conclusione di questa pagina sigilla e timbra a fuoco la vittoria: “ ora si è compiuta la salvezza”. Nell’ ottava di Pasqua noi leggiamo e preghiamo la Sequenza “Victimae Paschali”, dove tra le altre cose si prega così: Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa. Nella vita di ciascuno e quindi anche nella vita di Maria, c'è sempre questo duello tra il bene e il male, tra la vita e la morte. Anche Maria ha vissuto questo contrasto forte nella sua vita, ma anche ai piedi della croce, quando il Figlio gli è stato tolto.
Maria ha pellegrinato nella fede, dice san Paolo VI: non le è stato fatto nessuno sconto speciale in quanto Madre di Dio, ma come sorella nostra ha vissuto il deserto, la prova, il dolore, la morte, e poi la risurrezione, prima la risurrezione di suo figlio, e poi la sua.
L'assunzione di Maria non è altro che la Pasqua di Maria. Come partecipazione intima alla Pasqua di Cristo, Maria che viene assunta in cielo, in anima e corpo, ci insegna che niente dell'essere umano è da scartare, niente dell'esperienza umana è da buttare, ma tutto diventa strumento di salvezza e manifestazione della presenza e della misericordia di Dio. Maria è la prima perdonata, è la prima ad usufruire della misericordia di Dio, pur essendo lei senza peccato. Il suo corpo immacolato e la sua anima santissima, vengono assunti in cielo, vengono fatti abitare in quella casa, per sempre.
Non c'è più separazione tra bene e male, non c'è più divisione tra corpo e anima. Non c'è più il sopruso della morte che schiaccia la vita: la vita ha vinto. Il frutto di questa vittoria è la salvezza: siamo salvi, non siamo più cellule vaganti e impazzite, ma siamo figli in cammino verso una casa che ci accoglie. In questa casa c'è Maria, questa presenza materna ci dice tutta l'attenzione di Dio verso ciascuno di noi: Dio ci fornisce di una madre, che continua a farci nascere, a farci crescere, che continua a darci alla luce.
L'assunzione di Maria è una festa che ci invita a stare dritti in piedi, come già risorti, con lo sguardo verso l'alto, e questo alto è Gesù Cristo stesso, Colui che quella casa vuole piena, abitata da ogni figlio, da ogni figlia. L'assunzione di Maria non è una festa mariana fine a sé stessa, ma è la festa di ogni figlio che trova in quella casa non solo il traguardo, ma il senso di tutta una vita, di tutti i deserti, di tutti i dolori, di tutta la morte.
Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa. E insieme a Lui. anche la Madre trionfa, vincendo il dolore e la morte.