TESTO Ascoltare il bisbiglio dei sogni
don Angelo Casati Sulla soglia
VIII domenica dopo Pentecoste (Anno B) (14/07/2024)
Vangelo: Mc 10,35-45
35Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Bisogna fare i conti con la nostra fragilità: si fa una scelta e poi si torna indietro, poi si riprende. Ed è interessante - dobbiamo dirlo - che la Bibbia non nasconda questo andare vacillante, altalenante, incostante, del popolo di Dio. Il libro dei Giudici sembra descrivere come stagione eroica quella della generazione di Giosuè, che passò il Giordano ed entrò nella terra promessa, chissà se poi fu totale la lucentezza. Ebbene il libro subito dopo, senza cesure, descrive ben diversamente la generazione successiva: "Dopo di essa ne sorse un'altra, che non aveva conosciuto il Signore, né l'opera che aveva compiuto in favore d'Israele. Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal; abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dalla terra d'Egitto, e seguirono altri dèi tra quelli dei popoli circostanti: si prostrarono davanti a loro". Ebbene questo scegliere e poi ritrarsi è imputato a smemoratezza. E suona come un monito.
Quella generazione - è scritto - "non aveva conosciuto il Signore, né l'opera che aveva compiuto in favore d'Israele". Si finisce col prostrarsi a dei che pretendono l'asservimento. Benedici dunque la parola di Dio che risveglia la memoria e tiene deste dal pericolo dell'intontimento le coscienze. Benedici coloro che tengono come sacre le memorie e ti mettono in guardia da recessioni che sono fatali. I tuoi occhi siano lucidi in avvistamento di derive di regressione, di ritorni a un passato di ombre inquietanti. Vigila, anche tu sei della razza dei profeti. Metti la tua voce, non importa se piccola, in un contesto dove sembra prevalere l'urlo. Non ti prenda smemoratezza. Faccio sosta al vangelo di Marco. E vengo al contesto del brano perché l'accostamento degli episodi è straniante. Siamo allo snodo finale. "Mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti": è il contesto. E lui a prepararli. Li prese i disparte, come ci volesse silenzio per dire le cose intime.
Dove puntava il suo viaggio? "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà". Chiaro? Per tutta risposta si avvicinano Giacomo e Giovanni a chiedere posti in un prossimo futuro, uno a destra e l'altro a sinistra, indignazione immediata risentita corale del gruppo. Memoria corta. A ridosso delle parole che parlavano di sputi in faccia e crocifissione! Proprio non volevano capire. Forse che lui aveva cercato posti o si era fatto servire? La divaricazione è netta, tra un pensiero mondano e il pensiero di Gesù. Gesù è scritto li chiama a sé, tutti e dodici e dà la lezione che tante volte si è scolorita nel tempo. Oggi chiama noi e dice. "Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".
Dominare, imporre la propria autorità, essere riveriti sulle piazze, avere privilegi? O andare per strade come quel Maestro, andare come tutti, con tutti, senza desideri di grandezza, se non la grandezza di avere servito, per quel poco che era nelle forze, e di averlo fatto con passione? Suona quasi imperiosa la parola di Gesù, dimenticata nei secoli: "Tra voi non così". Non sono uno storico, ma l'impressione è che come chiesa ben presto ci ha preso il fascino di essere come i grandi del mondo sino ad imitare i loro apparati. Abbiamo ricreato le gerarchie del mondo e non il primato dell'ultimo. E abbiamo scordato la parole di Gesù che ci ammoniva: "Tra voi non così". Ritornava il modello della piramide. Poi accadde la grazia di un Concilio. Che ha capovolto la piramide e ci ha raccontato della chiesa come popolo di Dio e all'interno del popolo di Dio i vari ministeri che lo innervano. "In questa Chiesa, come in una piramide capovolta" ha detto papa Francesco " il vertice si trova al di sotto della base".
E ancora. evocando lo sguardo del Concilio, chiede ai pastori di "stare in mezzo al popolo, non sopra il popolo: questo è il peccato brutto del clericalismo che uccide le pecore, non le guida, non le fa crescere, uccide. Quant'è attuale il Concilio: ci aiuta a respingere la tentazione di chiuderci nei recinti delle nostre comodità e convinzioni, per imitare lo stile di Dio: "andare in cerca della pecora perduta e ricondurre all'ovile quella smarrita, fasciare quella ferita e curare quella malata". In questi anni nella chiesa sono ritornate a risuonare parole come sinodo, sinodalità. Che nel loro significato evocano un camminare insieme; insieme sulla strada, dove c'è dignità per tutti, dove non è che tu puoi parlare e un altro no, dove anzi si ha la passione di far parlare quelli che per troppo tempo sonno stati fatti tacere: laici, donne, gli ultimi. E'- lasciate che la chiami così - una esercitazione in corso e conosce le sue fatiche, le sue esitazioni. Perché si tratta di scoprire insieme che cosa oggi è vangelo e che cosa no: "Tra voi non così". Nel rispetto di ciascuno, nel desiderio di ascoltare voci e sogni.
Sono vecchio e permettetemi l'immagine - la ripeto alla noia -: ascoltare nelle notti il bisbiglio dei sogni delle pecore e goderne. Come per una grazia.