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TESTO Commento su Rm 8,31

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II Domenica di Quaresima (Anno B) (19/03/2000)

Brano biblico: Rm 8,31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,2-10

2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Dalla Parola del giorno

Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con Lui?

Come vivere questa Parola?

La logica di S. Paolo interpella a fondo il mio cuore e lo persuade con un argomento confortato, oggi, anche dalla prima lettura (Gn.22,1-18) che narra di Abramo estremamente provato nella sua fede.

A lui, sul Monte Moria, Dio chiede di sacrificargli Isacco: il suo unico figlio. Abramo sta per obbedire, ma Dio ferma il suo braccio perché lo risparmi. Gli era bastato l'atteggiamento di totale disponibilità a fidarsi ciecamente di Lui. Attenzione però, il nostro testo dice che, al contrario, sul Calvario, Dio non risparmiò Gesù, il suo Figlio Unigenito. Ci ha amati fino a sacrificarlo per noi!

Quello che dice Paolo s'innesca qui: se Dio è dalla nostra parte fino a questo punto, può negarci qualche vero bene che comunque ha un "prezzo" certo molto inferiore a quello del Figlio dato in croce per noi? Credere è giocarmi tutto in questa certezza di totale fiducia in un Dio che mi ama così.

Oggi, passerò qualche tempo a contemplare la croce di Gesù non come strumento di afflizione ma come "potenza di Dio" (1Cor.1,12), come sovrana bellezza dell'amore di Dio che mi salva.

Quello che in preghiera chiederò è d'imparare il coraggio di fidarmi pienamente di Chi non può davvero negarmi qualche reale bene, se mi ha dato – in croce – suo Figlio: il suo, e mio Bene per eccellenza

La parola di una santa dei nostri giorni

Non è l'attività umana che ci può salvare, ma la Passione di Gesù. Partecipare ad essa: ecco la mia passione.
Beata Edith Stein

 

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