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TESTO Commento su Marco 5,21-43

padre Paul Devreux

XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (30/06/2024)

Vangelo: Mc 5,21-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 5,21-43

21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». 29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 41Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno”.

Le donne sono simbolo di vita. Dodici è simbolo di Israele. Ma è anche l'età in cui potevano sposarsi e avere figli. Quindi rappresenta un'Israele ormai incapace di generare vita. Oggi si direbbe una religiosità sterile. Con la mia fede, trasmetto voglia di vivere e gioia?

“Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, Anche qui, una donna che per la sua malattia non può avere figli.

udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male”.

Questa donna ha sofferto e speso tanto. Ma questa è la condizione di tutti noi. Quanto siamo disposti a spendere per la salute?

Ma questa donna intuisce una soluzione nuova. Capisce che basterà toccare il mantello di Gesù, per ricominciare a vivere, nel senso di essere di nuovo capace di generare vita e quindi di essere felice. Semplicemente toccando Gesù, cioè cercando la comunione con lui. Ma lo deve fare di nascosto, per paura del giudizio e del castigo. Questo mi fa pensare a tutte le persone che anche oggi desiderano toccare Gesù, avvicinandosi all'eucaristia, ma lo fanno di nascosto, in parrocchie dove non sono conosciute, per paura del giudizio o di un rifiuto.

“E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». I discepoli sono stizziti perché hanno fretta di portare il loro maestro dalla figlia di Giàiro, perché la guarisca. Ma la loro è una corsa contro la morte, perché se la bimba muore, sono convinti che Gesù non può fare più niente. La tensione è altissima, ma Gesù ha una cosa più importante da fare.

Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male”.

Perché Gesù vuole che questa donna venga allo scoperto? Era guarita, poteva farla franca. Non era più caritatevole fare finta di niente? Sicuramente lo fa per lei, non per se. Il motivo è che Gesù vuole darle molto di più. Vuole che si senta amata e accolta, non solo da guarita, ma in tutta la sua storia. Lui la chiama figlia, e non vede in lei una persona pericolosa, o moralmente inaccettabile, ma una figlia che ha una grande fiducia in lui. Vede quello che c'è di bello in lei, e desidera ridarle una vita vera.

Tutti noi abbiamo bisogno di sentirci amati per quello che realmente siamo, e la guarigione così come la conversione, comincia proprio dal sentirci accolti e toccati. Il dover apparire belli e profumati, ci lascia soli, stressati e incapaci di guarire. Gesù vuole darci la libertà di essere poveri, e bisognosi di ricevere la vita da lui.

Toccare il suo mantello pubblicamente, in mezzo a tutti, è come venire a prendere la comunione in mezzo all'assemblea. Significa dire a tutti che desidero essere suo discepolo, smettere di affannarmi per salvarmi la vita, e cominciare a darla.

D'ora in poi l'emorroissa non sarà più sola, ma vivrà con i fratelli che come lei, hanno acquistato la libertà di essere poveri, grazie all'incontro con Gesù.

"Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.

Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: alzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare".

Gesù ci da questo secondo segno, perché Gesù vuole aiutarci a credere che Dio ha potere anche sulla morte e quindi a guardare alla morte in un modo diverso.

La paura della morte, sia quella antropologica che quella fisica, ha un enorme potere su di noi. Vivere in comunione con Gesù è l'unica proposta alternativa. Meglio vivere in comunione con chi "ha parole di vita eterna".

Buona domenica

 

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