TESTO L' ultimo abbraccio
padre Ezio Lorenzo Bono Home Page
Santi Pietro e Paolo Apostoli (Messa del Giorno) (29/06/2024)
Vangelo: Mt 16,13-19
13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
I.
Sulla via Ostiense qui a Roma tra il numero civico 106 e 108, si trova una lapide affissa al muro sotto un bassorilievo che raffigura i santi Pietro e Paolo abbracciati. La lapide dice che in quel luogo sorgeva una cappella, abbattuta agli inizi del secolo scorso per l'allargamento della via Ostiense, in ricordo dell'ultimo incontro avvenuto tra l'apostolo Pietro e l'apostolo Paolo, prima di venire separati e condotti al martirio: Pietro verso il Circo di Nerone (oggi Vaticano) dove fu crocifisso e Paolo verso le Acque Salvie (oggi Tre Fontane) dove fu decapitato. Mi sono emozionato leggendo quelle parole, pensando a quell'ultimo incontro, a quell'ultimo abbraccio.
II.
I due apostoli vennero separati dai pagani, ma noi il 29 giugno di ogni anno li ricordiamo uniti, in una sola festa. I cristiani scelsero come giorno ideale il 29 giugno che era la data in cui, "sul colle Quirinale, nel santuario pagano di Romolo Quirino, veniva ricordata la fondazione di Roma" (anche se secondo Varrone fu fondata il 21 aprile del 753 a.C., e questa è la data in cui si celebra l'anniversario della città qui nella capitale). Il messaggio che si voleva dare era molto chiaro: se Romolo e Remo, discendenti del troiano Enea, erano stati i fondatori della Roma pagana, Pietro e Paolo erano i fondatori della nuova Roma, quella cristiana. Se l'inizio della Roma pagana si fondava su un fratricidio (Romolo che uccise Remo), la Roma cristiana invece si fondava su un abbraccio, sull'amore che univa Pietro e Paolo divenuti fratelli in Cristo Gesù. Se le figure di Romolo e Remo sono leggendarie, quelle di Pietro e Paolo sono reali. Se la Roma pagana durò circa mille anni, la Roma cristiana sta durando da circa duemila anni. E nonostante i presagi funesti di tanti profeti dilettanti che da secoli hanno previsto la fine della Chiesa, questa ogni anno aumenta di vari milioni di fedeli nel mondo. Non ci sono mai stati in nessun periodo della storia tanti cristiani nel mondo come oggi. Non dimentichiamoci che quando diciamo “mondo” non si intende la nostra piccola e vecchia Europa che sta scomparendo generazione dopo generazione.
III.
Nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo tutti i fedeli sono chiamati a pregare in modo speciale per il Santo Padre che racchiude in sé le virtù di questi due giganti: il dono dell'autorità, dell'unità, della custodia della verità (Pietro) e nello stesso tempo il dono della creatività, della libertà dello Spirito (Paolo). Se nel passato il papato non sempre riuscì a mantenersi integro in quanto diviso tra il potere temporale e quello spirituale, con la fine dello Stato Pontificio, il Papa ha potuto liberarsi dalle questioni temporali e dedicarsi totalmente a quelle spirituali. Tutti i Papi di questi ultimi decenni sono tutti santi e sono stati tutti grandemente amati. Chi non ha amato il Papa San Giovanni XXIII, il Papa buono? O il Papa San Paolo VI, il papa della profonda umanità? O il papa tra poco anche lui Santo, Giovanni Paolo I, il Papa del sorriso? O il Papa San Giovanni Paolo II, il Papa dei giovani. Non so voi ma ancora oggi, dopo vent'anni dalla sua scomparsa, quando ascolto la sua voce registrata, mi prende una forte commozione fino alle lacrime. E anche Papa Benedetto, uno dei più grandi dottori della Chiesa, è rimasto nel cuore di tutti noi.
IV.
E cosa dire di Papa Francesco? Lui è uno dei doni più belli che Dio ha donato alla Chiesa e al mondo. Se il mondo ascoltasse di più quello che dice continuamente Papa Francesco, ci sarebbero meno guerre e molta più fraternità. Leggiamo le sue encicliche (Fratelli tutti, Laudato SI'), i suoi discorsi, le sue omelie... il suo insegnamento fa di lui un punto di riferimento mondiale per i grandi temi del nostro tempo (Ecologia integrale; Educazione con il Patto Educativo Globale; Fraternità; Pace; Intelligenza artificiale...). Io ritengo che possiamo parafrasare anche per lui quello che un giorno qualcuno disse a proposito di Papa San Giovanni XXIII: “se nel mondo esiste un uomo come Papa Francesco, è segno che Dio esiste”.
Preghiamo per il nostro amato Papa come lui ci chiede in continuazione e ringraziamo il Signore per questo grande dono.