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TESTO E se fosse tutto vero?

don Michele Cerutti

Natività di S. Giovanni Battista (Messa del Giorno) (24/06/2024)

Vangelo: Lc 1,57-66.80 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,57-66.80

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

59Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

80Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Quando il cuore degli uomini è incapace di aprirsi alla novità di Dio è proprio Dio a smuovere le carte della storia per riuscire a entrarci con la sua potenza.

Bene lo ha capito Zaccaria, che viene messo a tacere per evitare di fare danni perché aveva mostrato davanti all'angelo Gabriele perplessità sul fatto che Elisabetta, ormai avanti con l'età, potesse generare un figlio.

Nulla è impossibile a Dio dice a Maria di Nazareth lo stesso arcangelo.

Una donna, alle prese con le sue faccende domestiche, lo aveva capito, Zaccaria nel Tempio si presenta con tutti i suoi dubbi.

Dio mantiene fede alle sue promesse e una volta realizzato il suo disegno fa riprendere la parola al padre del Battista.

Capita anche nella nostra storia personale, Dio sembra metterci fuori dai giochi proprio perché davanti alla nostra incredulità evitiamo di fare danni al suo progetto e lo lasciamo agire in maniera libera.

Non è un padrone che vuole fare di testa sua, vuole aiutarci a comprendere che nulla è impossibile a Lui.

Quello che ci viene offerto è la prova che Dio propone ai suoi figli.

In questi primi capitoli di Luca ci viene messo in evidenza il contrasto tra la fede dei semplici e degli umili come Maria ed Elisabetta, che esultano nel canto del Magnificat e nell'impegnativo compito di dare un nome al nascituro, come nel brano di oggi, e la fede degli uomini del Tempio ancorata su false certezze.

In mezzo a tutto ciò abbiamo due nascite quella di Gesù e del Battista.
La liturgia ci invita proprio a soffermarci su quest'ultima.

Giovanni Battista è lo strumento di Dio per aprire le porte al Cristo che viene.

L'Onnipotente ha bisogno di lui per entrare nella storia degli uomini.

Il contesto della nascita di Giovanni ci dice che in tutti noi c'è la responsabilità di non sottrarsi mai ai compiti di Dio.

Non ci sono chieste grandi doti. Agli occhi dei suoi contemporanei un uomo che vestiva di peli di cammello e si alimentava di locuste e di miele selvatico probabilmente era considerato anche un po' pazzo eppure a lui accorrevano le folle.

Dio ha bisogno che ci limitiamo a essere piccole matite nelle sue mani sarà poi lui a far crescere in noi il Regno.

 

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