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TESTO Commento su Matteo 5,33-37

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Sabato della X settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (15/06/2024)

Vangelo: Mt 5,33-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Sia invece il vostro parlare: "Sì, sì"; "No, no"; il di più viene dal Maligno». Quanto ci fanno bene queste parole; quanto fanno bene a noi che, a volte, facciamo giri di parole incredibili per dire ciò che non è! A volte, anche senza malizia, pur di non dire una cosa personale o una vicenda privata, finiamo per dire una menzogna, quando invece basterebbe porre un paletto alla curiosità di chi vuol sapere le cose solo per il gusto di sapere. A volte diciamo menzogne, spacciandole come “bugie bianche” perché dette a fin di bene! Ma non esistono menzogne a fin di bene, perché il padre della menzogna è il diavolo! Certo, non tutte le menzogne hanno la stessa gravità, ma sono pur sempre un peccato. Se è necessario, si può non dire tutto, ma sempre rimanendo nella verità. Cogliamo dunque questa occasione per esaminarci ed educarci alla sincerità. Non dimentichiamoci che agli occhi di Dio e di chi ci ama, è meglio fare una brutta figu-ra ma essere sinceri che non sembrare bravi ma essere falsi.

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica

2482 «La menzogna consiste nel dire il falso con l'intenzione di ingannare». Nella menzogna il Signore denuncia un'opera diabolica: «Voi [...] avete per padre il diavolo [...]. Non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44).

2483 La menzogna è l'offesa più diretta alla verità. Mentire è parlare o agire contro la verità per indurre in errore. Ferendo il rapporto dell'uomo con la verità e con il suo prossimo, la menzogna offende la relazione fondamentale dell'uomo e della sua parola con il Signore.

2484 La gravità della menzogna si commisura alla natura della verità che essa deforma, alle circostanze, alle intenzioni del mentitore, ai danni subiti da coloro che ne sono vittime. Se la menzogna, in sé, non costituisce che un peccato veniale, diventa mortale quando lede in modo grave le virtù della giustizia e della carità.

2485 La menzogna è per sua natura condannabile. È una profanazione della parola, la cui funzione è di comunicare ad altri la verità conosciuta. Il proposito deliberato di indurre il prossimo in errore con affermazioni contrarie alla verità costituisce una mancanza in ordine alla giustizia e alla carità. La colpevolezza è maggiore quando l'intenzione di ingannare rischia di avere conseguenze funeste per coloro che sono sviati dal vero.

2486 La menzogna (essendo una violazione della virtù della veracità) è un'autentica violenza fatta all'altro. Lo colpisce nella sua capacità di conoscere, che è la condizione di ogni giudizio e di ogni decisione. Contiene in germe la divisione degli spiriti e tutti i mali che questa genera. La menzogna è dannosa per ogni società; scalza la fiducia tra gli uomini e lacera il tessuto delle relazioni sociali.

2487 Ogni colpa commessa contro la giustizia e la verità impone il dovere di riparazione, anche se il colpevole è stato perdonato. Quando è impossibile riparare un torto pubblicamente, bisogna farlo in privato; a colui che ha subito un danno, qualora non possa essere risarcito direttamente, va data soddisfazione moralmente, in nome della carità. Tale dovere di riparazione riguarda anche le colpe commesse contro la reputazione altrui. La riparazione, morale e talvolta materiale, deve essere commisurata al danno che è stato arrecato. Essa obbliga in coscienza.

 

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