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TESTO Commento su Luca 2,22-40

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Presentazione del Signore (02/02/2006)

Vangelo: Lc 2,22-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

 

Forma breve (Lc 2,22-32):

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

Dalla Parola del giorno

I miei occhi han visto la tua salvezza [...] LUCE per illuminare le genti.

Come vivere questa Parola?

Queste parole noi le cogliamo sulla bocca di Simeone "uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele". E qual è questo conforto, concretamente? È la salvezza, dirà subito dopo. E questa salvezza è il bambino che Maria e Giuseppe hanno presentato a Dio al tempio di Gerusalemme per adempiere alla legge di Mosè. E così, misteriosamente, dentro una trama di circostanze e di segni, questo bambino, fragile come tutti i "piccoli d'uomo", si rivela come luce. Attenzione! Il testo non dice: "Per illuminare Israele", ma amplia molto di più il discorso e l'orizzonte della salvezza. Perché il testo dice: "per illuminare le genti". Il che significa tutti gli uomini: di ogni tempo, etnia e cultura. Tutti. Nessuno escluso. E Gesù, ora lo comprendiamo meglio, è presentato al Padre per essere consumato nel fuoco dell'offerta, per essere luce nel suo sacrificio di croce. È dentro questa prospettiva che tutta la vita di Gesù, che ogni sua Parola, che tutto quello che si riferisce alla sua persona è LUCE. E quell'andare processionalmente all'altare con la candela accesa, che è tipico della liturgia di questo giorno, esprime un'altra verità consolante e impegnativa. Sì, Gesù ha affermato: "Io sono la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre". Ma ha pure detto: "Voi siete la luce del mondo". La vocazione del cristiano (religioso, sposato o celibe) è la chiamata a illuminare "in Gesù sole di giustizia" quanti stanno nelle tenebre.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò allo Spirito Santo che spalanchi tutto il mio cuore alla persona di Cristo Gesù, a tutto il suo essere e pensare e amare e agire.

Che io non abbia paura di essere per davvero afferrato da te, Signore! La cera, se si consuma, dà luce. Consuma in me quello che non è da te e per te, perché in umiltà di cuore io possa essere irradiazione della tua luce, oggi.

La voce di un Dottore della Chiesa

Se il lievito mescolato alla farina non fa lievitare tutta la pasta, è forse lievito? E se il profumo non avvolge del suo soave odore tutti quelli che si avvicinano, lo chiameremo ancora profumo? Sarebbe più facile per la luce essere tenebra, che per un cristiano non diffondere luce attorno a sé. Non dire: è impossibile. È il contrario che è impossibile. Non fare violenza a Dio.
Giovanni Crisostomo

 

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