TESTO Commento su Matteo 13,54-58
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
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S. Giuseppe Lavoratore (01/05/2024)
Vangelo: Mt 13,54-58
54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? 55Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». 57Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». 58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Si può essere attaccati all'etichetta che si è messa ad una persona, contenti di tenerla in gabbia senza darle possibilità di cambiare, anche grandemente o comunque di manifestarsi in modo più pieno al punto da essere stupefacente. Attaccati dunque ai propri discernimenti e totalmente interessati a non cambiarli perché ciò sposterebbe delicati equilibri tra persone, parenti, amici, colleghi... Equilibri che vengono messi in discussioni anche dalla provenienza non programmata di certi doni: può dare fastidio che il figlio del carpentiere sia ben più saggio di un sacerdote o di un professore universitario, può dare fastidio che tanto rapporti di parentela vengano influenzati da ciò. Pensiamo a Giovanni Battista, assetato di vita vera che riconosce che suo cugino è il Messia. Col cuore umile e aperto alla grazia è una grande gioia e speranza di grandi doni ma col cuore micragnoso un cugino Messia può dare parecchio fastidio...