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TESTO Il recinto senza più limiti

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IV Domenica di Pasqua (Anno B) (21/04/2024)

Vangelo: Gv 10,11-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Il recinto senza più limiti
Protagonista del vangelo di questa domenica è la figura del pastore e subito la identifichiamo con Gesù. Ma per capire fino in fondo la valenza simbolica di questa figura (per noi che viviamo oggi pastore non vuol dire più molto...), occorre capire come è utilizzata e che significato ha nell'Antico Testamento. Il termine pastore nell'AT è usato per designare i capi (soprattutto i re d'Israele!), i responsabili delle comunità, le autorità (civili, politiche, militari, religiose). Addirittura la riflessione teologica è arrivata a riconoscere che il Signore è il vero PASTORE. Perciò Gesù rivendica per se un titolo divino, presenta in questo brano la sua persona come la presenza di Dio stesso come Re e Pastore del suo popolo e di tutta l'umanità!

Nei versetti precedenti Gesù descrive una scena di vita pastorale: il pastore arriva, il guardiano gli apre la porta ed egli entra nel recinto, chiama tutte le sue pecore, le raduna e le conduce fuori, camminando poi davanti a loro. Gli studiosi ci dicono che il termine usato per recinto è lo stesso che identifica la corte del sommo sacerdote: è da questo ambiente chiuso (simbolo di ogni struttura religiosa che schiavizza, che non libera), da questo recinto che il Pastore ci porta fuori, ci libera, diventa la nostra guida: il LIBERATORE!

Il mercenario, ladro o brigante che sia, non passa per la porta, scavalca il recinto, è un estraneo, le pecore non riconoscono la sua voce, scappano via... I ladri sono venuti prima di lui, verranno dopo di lui e vengono anche ai giorni nostri: non passano attraverso Gesù, a loro non importa nulla delle pecore, ma solo di se stessi. L'obbiettivo del ladro (cioè del cattivo pastore) è quello di prendere e distruggere, mentre il fine di Gesù (il buon pastore) è quello di dare la vita, in abbondanza.

Solo Gesù è il vero pastore, solo con lui si entra nel regno di Dio, solo Gesù è il pastore autentico, giusto, valido, il pastore per eccellenza.

Che contrasto con i ladri e i briganti, con i pastori negativi! Gesù da la propria vita per salvare quella dell'umanità, mentre gli altri pensano solo a salvare se stessi, al proprio tornaconto. Il mercenario pensa solo alla paga, non vuole dare ma solo prendere...

Il pastore buono conosce le pecore una ad una, per nome; le pecore riconoscono lui, ascoltano la sua voce. Il pastore buono conosce il Padre... “Così come il Padre conosce me io conosco il Padre”, nel linguaggio biblico il verbo “conoscere” indica una relazione di affetto profondo, un'amicizia autentica, un legame forte ed appassionato. L'immagine simbolica delle pecore è superata, il discorso di Gesù si rivolge direttamente alle persone (a noi....) al loro (al nostro...) coinvolgimento con Dio stesso: la relazione profonda di affetto che unisce Gesù ai suoi è simile a quella che unisce le persone divine! Fa venire le vertigini... E' in forza di questa conoscenza di amore che Gesù dona la sua vita con una prospettiva universale che riguarda l'intera umanità...

Il “recinto” non riguarda solo la struttura religiosa di Israele, Gesù non si ferma solo lì... E' Pastore anche di tutti i popoli, deve condurre tutti alla piena libertà!

Gesù è l'unico in grado di realizzare il progetto divino, di rivelare il Padre, è capace di donare la sua vita, di riprenderla e di comunicarla a tutti... La morte di Gesù non fu un incidente, neanche la vittoria dei “poteri forti” del tempo, ma la libera scelta del Figlio del dono totale, della realizzazione della missione di amore del Padre... per condurci tutti fuori dal recinto, verso la libertà dell'amore!

Revisione di vita
- Ladri, briganti, mercenari, pastori negativi: presenti anche ai giorni nostri? Promesse di una falsa libertà?
- Ascoltare la voce del Pastore buono nelle nostre giornate, riuscire a distinguere la sua voce tra le mille voci, in mezzo al frastuono che ci circonda. Una azione concreta per questa settimana?
-Ci sentiamo chiusi in qualche “recinto” particolare? Con la voce di Gesù (leggendo il vangelo...) possiamo provare ad uscire?
CPM Genova

 

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