TESTO Non sia turbato il vostro cuore
III domenica T. Pasqua (Anno B) (14/04/2024)
Vangelo: Gv 14,1-11a
«1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».
5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse».
Siamo all'interno di quella grande sezione dell'opera giovannea che è l'ultima cena e che comprende ben 5 capitoli.
Lo scopo di questa parte del Vangelo di Giovanni è crescere nella dimensione della carità fraterna e il brano di questa domenica colpisce per la sua esortazione iniziale in cui Gesù invita a fare in modo che nessuno scombussoli il cuore dei discepoli.
Il verbo greco utilizzato dall'evangelista è ταράσσω, che fa riferimento non semplicemente a un turbamento interiore, ma uno scombussolamento, come una sorta di terremoto, un vero e proprio scossone atto a destabilizzare non quindi un dispiacere di qualche minuto, ma qualcosa di veramente forte.
C'è tutta l'attenzione di Gesù per i discepoli e respiriamo la tenerezza del Nazareno nei confronti dei suoi, tanto che il suo non è nemmeno un semplice invito.
La consegna è per tutti noi un imperativo perché Cristo ci vuole gioiosi e fiduciosi.
La gioia alla quale siamo chiamati sarà possibile sperimentarla, solo se non dimentichiamo l'amore che Dio ha per noi perché il nostro è un Dio fedele, che mantiene la parola data, che ci è vicino, tanto prossimo da aver fatto del nostro cuore la sua casa.
Paolo e Sila lo sperimentano davanti alle persecuzioni e non si arrestano mai anche quando queste prendono forza.
Gli Atti ci descrivono pagine di vera e proprio eroismo davanti alle prove.
Sono quelle che oggi molti cristiani in tanti parti del mondo vivono perché dichiararsi cristiani diventa assai difficile.
Penso al continente africano in particolare alla Nigeria, al Nicaragua, ma l'elenco non termina è molto più lungo.
Questi cristiani concretizzano con la loro fedeltà al Vangelo come richiesto oggi nel brano proclamato quella pace interiore che Gesù ha consegnato a coloro che perseverano nella loro adesione al Regno.
Pur perseguitati molti rimangono ancorati e in maniera gioiosa nella loro appartenenza.
Se guardiamo alle pagine dei martiri che la Chiesa ci propone nel corso dell'anno liturgico troviamo proprio che in mezzo alle tribolazioni c'è la pace interiore quella vera.
Gesù non vende illusioni non dice che le persecuzioni termineranno perché Egli sa che queste sono ontologiche del vissuto di fede.
Quello che ci chiede e di non perdere mai la speranza quella che ci porta fuori strada.
Proprio per questo una volta risorto per non far smarrire i suoi e per togliere ogni turbamento li ha ricercati tutti nessuno escluso e li ha incoraggiati.
Pensiamo ai discepoli di Emmaus, alla Maddalena, a Tommaso.
Tutti rischiavano di perdersi, ma invece Gesù si è messo accanto a loro proprio per rincuorarli.
Mentre allora cerchiamo la nostra giusta pace all'interno di noi cerchiamo a nostra volta di essere uomini capaci di scaldare il cuore di chi ci sta vicino che con fede tiepida è alla ricerca di rimettere ordine nel proprio terremoto interiore.