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TESTO Commento su Marco 8,27-33

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Giovedì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (19/02/2004)

Vangelo: Mc 8,27-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

"E voi, chi dite che io sia?" Pietro rispose: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente!".

Come vivere questa parola?

Abbiamo visto ieri che Gesù ha aperto gli occhi al cieco. Ci ha dunque detto, in modo emblematico, che possiamo capire qualcosa di Lui, del suo Mistero di Figlio di Dio fatto uomo, solo se veniamo "toccati" interiormente da Lui e ci apriamo sempre di più con fede paziente e fiduciosa alla sua persona.

Lo comprendiamo meglio con la provocazione che Lui stesso oggi ci fa. "E voi chi dite che io sia?". La domanda è stata posta ai discepoli nei pressi di Cesarea di Filippo. Ma viene rivolta anche a noi, oggi, qui, dove viviamo. In quei giorni, i suoi gli avevano risposto anche circa quello che la gente diceva di Lui. Era gente confusa che vedeva in Lui il Battista resuscitato da morte o l'apparizione di Elia sulla terra o cose simili. Un po' come oggi molta gente, nella confusione imperante, pensa a Gesù come a un uomo grande dotato di qualità straordinarie e terapeutiche. Un uomo di Dio, ma che non è "Dio da Dio" come si esprime il "credo" dov'è enucleato il cuore delle verità per cui ci diciamo cristiani. E' dunque importante, oggi, lasciarci provocare personalmente dalla Parola. Chi è per me Gesù nei giorni di questo mio vivere "pellegrino" verso la pienezza di una vita a cui mi abilita proprio il suo essere per me ciò che è? E' veramente il Messia promesso, il Salvatore, Colui che donandomi lo Spirito attraverso la Parola e i Sacramenti, vivifica la mia persona, fa luce su tutto quello che io, giorno dietro giorno, vengo vivendo?

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito di zittire in me tanto chiasso di parole o di questioni che riguardano la mia vita di superficie. Lascio che più e più volte il Signore mi rivolga questa sua Parola: Chi sono, dunque, io per te, nel tuo "oggi"? E prego:

Signore Gesù, aprimi – ti scongiuro – gli occhi dell'interiorità. Che io dentro il mio cuore ti veda nel tuo mistero di Servo sofferente di Jaweh che si è accollato tutte le mie fatiche, oltre il mio peccato. Che io ti riconosca come Risorto e apra le ali della speranza, della piena fiducia, nel continuo contatto con Te.

La voce di un grande vescovo dei primi secoli

La nostra forza sei Tu, Signore Gesù. Noi non ci affidiamo al nostro vigore, né possiamo combattere per la nostra energia: la forza viene dalla fede ed è attinta a Cristo.
Sant'Ambrogio

 

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