TESTO Gesù il "Grande Avatar"
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III Domenica di Pasqua (Anno B) (14/04/2024)
Vangelo: Lc 24,35-48
35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni».
I.
Quando ero piccolo avevo una parente anziana che diceva di vedere ogni notte, apparire nella sua stanza, suo marito che era morto da tempo. Una visione che durava pochi secondi e poi spariva. Ed io bambino con occhi attoniti e orecchie spalancate rimanevo esterrefatto nell'ascoltare quei racconti immaginando visioni di fantasmi.
Anche durante i miei vent'anni passati in Africa ho ascoltato più volte racconti di apparizioni di antenati sottoforma di spiriti o fantasmi e diverse persone mi giuravano di averli visti davvero.
Il racconto di visioni e apparizioni non è un fenomeno recente ma risale ai racconti mitologici e letterari molto antichi. Omero ci parla di Ulisse che scende nell'Ade e interagisce con la madre Anticlea e altri eroi greci defunti, e incontra il suo compagno di viaggio Elpenore che era già morto. Nell'Iliade ci parla di Achille affranto dal dolore che vede il fantasma del suo amato amico Patroclo. Virgilio ci descrive l'incontro di Enea con il padre Anchise e molte altre anime dei defunti durante la sua visita agli inferi. In molte culture antiche come quella dei Romani, Greci, Cinesi, Egizi si praticava la divinazione, la necromanzia (consultare i morti), l'uso di oracoli o medium, o anche sogni e visioni indotte ritualmente.
Anche nella mitologia nordica e celtica, come nei popoli aborigeni dell'Australia o dei nativi americani, troviamo diverse saghe di protagonisti che interagiscono con i fantasmi degli antenati e personaggi mitici.
Nella fede cristiana oltre alle visioni di Gesù risorto, delle quale parleremo subito, abbiamo i discepoli sul Tabor che vedono Elia e Mosé, e San Giovanni apostolo che nell'Apocalisse riceve visioni di spiriti che comunicano con lui. Lungo la storia della Chiesa abbiamo molte racconti di apparizione della Madonna, dei Santi o dello stesso Gesù come nel caso di Suor Faustina Kowalska. Racconti di visioni di morti le ritroviamo in tutto il Medioevo e il Rinascimento in tutta Europa. Nella letteratura, oltre la la leggenda di Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda, abbiamo diversi personaggi di Shakespeare che hanno visioni di morti, come il principe Amleto che vede il padre, Macbeth il suo ex amico e rivale Banquo che lui ha ucciso, il Re Lear la figlia Cordelia, Giulio Cesare appare al figlio Brutus. E molti altri casi.
II.
Di primo acchito potremmo essere tentati di confondere le apparizioni di Gesù con quelle delle storie che abbiamo finora raccontato le quali, eccetto quelle cristiane, sono finzioni letterarie o frutto di immaginazioni e autosuggestioni.
Gli apostoli di Gesù e i discepoli, come quelli di Emmaus e le donne, quando videro Gesù risorto, non videro un fantasma ma un uomo in carne e ossa, anche se inizialmente avevano creduto di vedere un fantasma come ci dice il vangelo di questa domenica: “Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma”. Quelle dei discepoli non furono immaginazioni o autosuggestioni, perché loro hanno visto e toccato qualcuno realmente vivo, presente con il corpo, e non solo con lo spirito: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho”. Poi Gesù si siede a mangiare: un “vero fantasma” non mangia.
Ecco che quando pensiamo a Gesù Risorto, non dobbiamo immaginare qualcosa di spirituale, di etereo, o a un'idea, ma al Dio che si è fatto carne e che anche dopo la morte ha ripreso lo stesso corpo che era sulla croce: “mostrò loro le mani e i piedi”. A Tommaso disse: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco”.
Quello di Gesù è un corpo fisico, reale, ma nello stesso tempo un corpo risorto, che attraversa le pareti del cenacolo, appare in luoghi diversi e che ascende al cielo. La nostra religione cristiana non si basa su racconti mitologici, saghe o favole letterarie, ma sulla fede nella testimonianza di coloro che hanno convissuto con Dio che si è fatto carne, è morto ed è risorto con il suo corpo e che loro hanno visto e toccato. La nostra fede cristiana si nutre ogni giorno o ogni domenica non solo di cose spirituali, ma del corpo e del sangue del Signore.
III.
In conclusione.
Nella tradizione cristiana accanto alle apparizioni incorporee di santi e martiri, ci sono anche apparizione corporee che interagiscono con i credenti, come racconta per esempio la leggenda di San Francesco d'Assisi che appare fisicamente ai suoi seguaci Frà Ruffino, Frà Leone e al suo biografo Tommaso da Celano. Anche San Giovanni Bosco e Santa Caterina da Siena e altri hanno avuto apparizioni corporee dei santi, della Madonna e di Gesù.
Anche in altre tradizioni religiose ci sono narrazioni di apparizioni corporee di divinità, figure spirituali o esseri soprannaturali, come nel buddhismo, nel giainismo, nelle tradizioni della Nuova Era e dello sciamanesimo.
Nella tradizione induista, ci sono esseri detti Avatar (un termine reso famoso dalle pellicole holliwoodiane) inviati per compiere una missione specifica, come ristabilire l'ordine cosmico o proteggere l'umanità. Sono una manifestazione diretta di una divinità suprema sulla terra. Gli avatar più conosciuti nell'induismo sono quelli di Vishnu, Rama e Krishna.
Rudolf Steiner, fondatore dell'antroposofia e della Scienza dello Spirito, discipline esoteriche annoverate tra le pseudoscienze, aveva definito Gesù il "Grande Avatar" in quanto essere divino che ha raggiunto il culmine dell'evoluzione umana, incarnandosi sulla terra per portare una nuova dispensazione spirituale all'umanità. Gesù per Steiner non è solo un maestro spirituale, ma anche un essere cosmico che ha influenzato il destino dell'intero universo.
Definire Gesù come il “Grande Avatar” è una definizione che ricalca altri tentativi limitati di inculturare Gesù, come la definizione di “Grande antenato” nel continente africano o del “Dio Ignoto” nell'areopago di Atene. Ma la più grande definizione di Gesù l'ha data Lui stesso, definendosi Via, Verità e Vita.
E se proprio vogliamo parlare di avatar, ecco noi cristiani potremmo essere simpaticamente chiamati gli “avatar” di Gesù. Ma a differenza degli avatar del film holliwoodiano che furono inviati dagli umani a Pandora, una luna abitata da una razza aliena chiamata i Na'vi e colonizzata dall'umanità per sfruttare le sue risorse naturali, i cristiani invece sono inviati da Gesù al mondo per predicare “a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati”. Noi cristiani siamo degli “avatar” innamorati di Gesù con la missione di fare innamorare di Lui il mondo intero.
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