TESTO Commento su Gv 6, 16-21
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Sabato della II settimana di Pasqua (13/04/2024)
Vangelo: Gv 6,16-21
Come vivere questa Parola?
La sensazione di precarietà che talvolta invade la nostra vita, è ben evidenziata dall'esperienza dei discepoli che remano una notte intera su di un mare agitato. La loro fatica non riesce a reggere l'impatto con la realtà che stanno vivendo, ma proprio quando la situazione sembra essere bloccata: “videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca ed ebbero paura”. Il suo arrivo, inizialmente, non li tranquillizza; i veri cambiamenti non li accogliamo sempre volentieri. Tra di essi, Lui è quello autentico e fondamentale. La reazione dei discepoli ci insegna a diffidare da un Vangelo che rassicura. La Parola è una provocazione alle nostre finte sicurezze, una destabilizzazione che fa crollare gli idoli che spontaneamente si vengono a creare dentro di noi, soprattutto quello di un Dio “a nostra immagine e somiglianza”. Soltanto così, però, possiamo incontrare ed entrare in relazione con il Signore, sempre più grande persino delle nostre aspettative. La paura subentra perché ci si sente abbandonati all'instabilità del mare, ma è quando si vince la paura del cambiamento e lo si accoglie, che nel cuore e dentro la vita tutto cambia, si compie, giunge alla meta. Si può vivere senza Gesù nella propria vita ma la pienezza è con Lui in cammino con noi.
Vorrei smettere di “cambiare il mare” e affidarmi alla sicurezza della Tua presenza di pace, di serenità, di bellezza.
La voce di un pittore
“Il cuore di un uomo è molto simile al mare: ha le sue tempeste, le sue maree e nelle sue profondità ha anche le sue perle”.
Vincent Van Gogh
Suor Emilia Di Massimo FMA - emiliadimassimo@libero.it