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TESTO Commento su Marco 6,35-36

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Lunedì della V settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (09/02/2004)

Vangelo: Mc 6,35-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Dovunque giungeva Gesù, in villaggi o città o campagne, ponevano gli infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.

Come vivere questa parola?

Le folle portavano a Gesù i loro malati perché "da lui usciva una forza che sanava tutti" (Lc 6,19). Erano in molti a sperare di poter toccare almeno l'orlo della sua veste per essere liberati da malattie e infermità. "Quanti lo toccavano infatti guarivano".

'Toccare': per ben 30 volte nei vangeli sinottici è utilizzato questo verbo nei racconti di guarigione. Ed è un gesto quasi all'insegna della reciprocità: se spesso infatti è Gesù che tocca i malati, talvolta sono loro che gli si gettano addosso per toccarlo, quasi a volerne carpire la guarigione. E' vero che tutti vengono sanati, ma il vangelo ci rende avvertiti anche della sciagurata eventualità che il nostro toccare Gesù non ci salvi veramente perché è solo un gesto esteriore. L'evangelista Marco infatti annota che una folla 'si stringeva attornò a Gesù, ma soltanto l'emorroissa, per l'audacia della sua fede, ottiene di essere guarita.

Per dono, anche a noi è dato di 'toccare' Gesù e di essere toccati da Lui: nella Sua Parola, nel Suo silenzio Eucaristico, nella bellezza del cosmo e nella gratuità dell'amore, offerto e ricevuto. Quando allora questo gesto si svuota? Quando ad esso non corrisponde la luminosità di una fede solare. Ed è così ogni qualvolta non ci lasciamo interpellare nel profondo dalla Parola e il Sole eucaristico non ci raggiunge più, né ci riscalda il cuore l'amore per gli altri e lo sguardo stupito sul cosmo.

Oggi nella mia sosta contemplativa, affascinato da questo gesto pregno di sensibilità e d'amore, toccherò e mi lascerò toccare da Gesù perché il suo amore mi guarisca. Soprattutto cercherò di aggrapparmi alla frangia della sua veste i cui fiocchi, com'è prescritto nella legge ebraica (cfr. Nm 15,37-39), mi ricorderanno tutti i comandamenti del Signore. Farò mia questa preghiera di sant'Agostino:

Tu mi hai chiamato, Signore, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.

La voce di un poeta

Gesù che ha un corpo, che è un semita, e che ragiona e che pensa col corpo, non è una testa collocata su un tripode..., è un uomo che vive in tutta la sua pienezza, la sua vita di uomo. E quindi dice: basta conle vostre professioni di fede, se avete fede dimostratemelo. Fatemelo vedere. E chi ha fede è mio amico.
David Maria Turoldo

 

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