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TESTO Cercare le cose di lassù

don Michele Cerutti

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno B) (31/03/2024)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Oggi la Scrittura sembra donarci una sferzata forte in mezzo alle tante difficoltà che sembrano abitare il nostro tempo.
Rumori di guerra nel cuore dell'Europa dopo decenni di pace e anche non lontano dal continente, situazioni difficili dal punto di vista economico per l'inevitabile aumento dei prezzi, precarietà per alcuni della salute e l'elenco potrebbe proseguire.
Nella mia condizione di cappellano ospedaliero mi passano alla mente e nel cuore gli uomini e le donne che vivono segnati dalla sofferenza fisica e tutti coloro che in questi anni ho cercato di accompagnare in Paradiso per scorgere il volto del Padre.
Penso anche ai tanti operatori come medici, infermieri, assistenti di cura, personale di pulizia, cucina, amministrazione e servizio tecnico.
Essi sono stati miei evangelizzatori con il loro lavoro mi hanno indicato la responsabilità qui ed ora di costruire il Regno che con la Pasqua si realizza pienamente.
Alcuni giorni fa un sacerdote di Gerusalemme a cui chiedevo informazioni sulla guerra e su come poter aiutare facendo da mediazione con il mondo ospedaliero qui a Bellinzona mi diceva al termine delle comunicazioni che leggeva queste omelie che da alcuni anni pubblico sui siti.
Quindi il mio pensiero si rivolge anche a quelle comunità segnate da odio sempre più profondo che richiederà molti anni per essere rimarginato.
Tutte queste sollecitazioni mi aiutano a comprendere che il grande mistero della Pasqua ci offre una consegna importante perché non la si viva con la tensione che caratterizza i discepoli che, non avendo compreso ancora le Scritture, sembrano inizialmente spaesati davanti alla tomba vuota contenente solo lenzuola ben piegate.
Cristo è veramente risorto lo ripeteremo in questi giorni non come formula vuota o di routine, ma come verità di fede che permea tutta la nostra vita.
Siamo invitati in mezzo alle difficoltà ancora una volta a cercare le cose di lassù.
Essere capaci quindi di comprendere alla luce della Pasqua la nostra vocazione: essere dei risorti.
Allora il nostro disorientamento riesce a cedere il passo al coraggio quello che vive Pietro nella prima lettura degli Atti.
Il principe degli apostoli si rivolge ai suoi contemporanei e con parole forti li mette davanti alla responsabilità di aver ucciso Dio e nello stesso tempo come questo sia risorto.
La Pasqua conduce il cristiano alla dimensione coraggiosa della fede perché senza questa la nostra adesione a Gesù sarebbe vana non avrebbe senso.
Da quel giorno in poi siamo chiamati ad annunciare e a testimoniare che Cristo è la nostra salvezza perché finalmente il demonio è messo a tacere completamente da colui che è morto e risorto per noi.
La nostra fede non può più essere abitata dalla paura e ci conduce ad una responsabilità grande quella dell'annuncio e della testimonianza.
Le parole da sole non servono occorre che siano accompagnate dall'esempio della nostra vita. La testimonianza necessita anche delle parole per indicare colui che ci dà forza.
Parole e testimonianza quindi ci esortano ad avere lo sguardo rivolto sulle cose di lassù e nello stesso tempo evitando di inciampare nel nostro cammino.
Parole importanti che ci vengono consegnate oggi per vivere la nostra spiritualità in maniera corretta ovvero incarnata.
La Pasqua ci invita proprio a questo e gli apostoli lo indicano bene e lo mediteremo nelle prossime settimane passando in rassegna il libro degli Atti nella lettura corsiva di questo testo.
Annunciare e testimoniare sono due termini proprio che ci dicono che sguardo verso l'alto e piedi per terra sono indispensabili perché la nostra responsabilità è ora qui su questa terra indirizzati verso il cielo.
La nostra cittadinanza è in Paradiso chiamati a vivere in questo mondo e costruendo già qui la realtà futura che dovremo abitare.
Bando quindi a falsi spiritualismi disincarnati che rischiano di essere falsi perché ci estraniano dai fratelli.
Con questa strada che Gesù ci ha aperto siamo chiamati a percorrerla insieme.
Solo così potremo dire con gioia agli uomini e donne che ancora non conoscono la nostra fede o la vivono in maniera timida: Cristo è veramente risorto! Alleluia!

 

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