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TESTO Il profumo della gratitudine

don Michele Cerutti

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Domenica delle Palme (24/03/2024)

Vangelo: Gv 11,55-12,11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.

1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. 4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Quando il cuore è pieno di gratitudine non c'è spreco. Il gesto di Maria è compiuto proprio nell'ottica di dire grazie al miracolo che ha riguardato il fratello Lazzaro che ha conosciuto un anticipo della Risurrezione.
Un profumo molto costoso viene sparso sui piedi di Gesù e con i suoi capelli la donna li asciuga.
E' bello sentire il Vangelo affermare che il profumo si era sparso per tutta la casa.
La gratitudine è quel sentimento che non si riesce a soffocare.
Siamo chiamati a vivere la nostra preghiera come se stessimo spargendo il profumo per il Signore.
La viviamo così con questa dimensione? Questo gesto ci deve scuotere per chiederci come preghiamo: facciamo preghiere o viviamo la preghiera sull'esempio della donna del Vangelo di oggi?
Quando il cuore è gretto non c'è niente che tange e quindi lo spargere profumo viene visto come spreco.
D'altra parte l'ingratitudine ci chiude nel nostro mondo e quindi ogni cosa che si fa viene sottoposto sotto il nostro metro di misura.
Si apre davanti a noi una Settimana che nella liturgia ambrosiana definiamo autentica.
Il termine secondo me è veramente indicato perché ci sono i due eccessi che il brano ci mette in evidenza, ma che tutta la liturgia indica.
Abbiamo aperto con il cuore esultante tipico degli abitanti di Gerusalemme all'ingresso di Gesù nella città, ma sappiamo che saranno gli stessi che Venerdì il Vangelo ci indicherà come quelli che chiederanno a gran voce la crocifissione.
Nel brano evangelico ci viene presentato un quadro in cui la donna e Gesù sono al centro e qui troviamo la Luce che proviene da quel gesto generoso e grato e ai lati una nuvola nera formata da Giuda e dai soliti farisei che tramano in giudizi e sentenze nei confronti del Messia.
Le domande che dobbiamo porci sono: dove ci collochiamo?
Siamo come Maria, la donna che sparge il profumo? Siamo Giuda che borbotta?
Siamo i farisei che aspettano il momento di far fuori il Maestro?
Tutti siamo pronti a tifare per la donna e Gesù, ma poi bisogna misurarci con il quotidiano.
Davanti alle occasioni che la vita ci offre come ci comportiamo?
Sprechiamo il tempo per Dio nella preghiera, nella carità?
Davanti a contesti in cui siamo interpellati nel lavoro, a scuola, tra amici su questioni importanti attinenti comportamenti da adottare oppure posizioni da prendere ci accodiamo alle logiche del mondo o abbracciamo quelle del Vangelo?
Sono domande che dovrebbero accompagnarci in questa settimana conclusiva della Quaresima e che culminerà con il Triduo, dove la preghiera silenziosa quella del cuore dovrà essere messa al centro e dove più che le parole dobbiamo rispondere agli interrogativi veri per vivere una Pasqua vera di Risurrezione.

 

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