TESTO Commento su Mc 12,28b-34
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Venerdì della III settimana di Quaresima (08/03/2024)
Vangelo: Mc 12,28-34
Come vivere questa Parola?
Nel vangelo di ieri, Gesù dava un segno dell'arrivo del regno. Oggi ci dà un criterio per sapere quanto siamo lontani o vicini dal regno: il comandamento dell'amore. Ricordando l'antico testamento risponde a chi gli domanda per il comandamento più importante: “Ascolta”. Cosa devo ascoltare? “Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Lo scriva anche risponde saggiamente, Gesù dice a lui di non essere lontano dal regno. Il testo finisce dicendo che nessuno ha fatto più domande. Nel mio dialogo col Signore cosa gli chiedo? Vivo il comandamento principale?
San Francesco di Sales scriveva “Se sapessi che una fibra del mio cuore non è per Dio, me la strapperei”. Quante fibre del mio cuore dovrei io strappare?
Dio, che mi regali il comandamento dell'amore, per amare te con tutto il mio essere e al prossimo come a me stesso, dammi, ti chiedo un amore forte, fedele, coraggioso nel quale fino all'ultima fibra sia per te e che con tutti gli altri non abbia nessun debito diverso a quello dell'amore.
La voce di un santo fondatore
“Non si può amare Dio senza amare il prossimo. Lo stesso precetto che c'impone l'amore, verso Dio, c'impone anco l'amor verso il nostro simile. Leggiamo infatti nella prima lettera di san Giovanni Evangelista queste parole: E questo comandamento ci è stato dato da Dio, che chi ama Dio, ami anche il proprio fratello. E nel luogo stesso il medesimo apostolo ci avverte esser bugiardo chi dice d'amar Dio e poi odia suo fratello: Se uno dirà: io amo Dio e odierà il suo fratello, egli è bugiardo.
Quando in una comunità regna questo amor fraterno e tutti si amano vicendevolmente, ed ognun gode del bene dell'altro, come se fosse un bene proprio, allora quella casa diventa un paradiso e si prova la giustezza di queste parole del profeta Davide: Oh quanto buona e dolce cosa ella è che i fratelli siano sempre uniti. Ma appena vi domini l'amor proprio e vi siano rotture o dissapori tra i soci, quella casa diventa presto come l'inferno. Molto si compiace il Signore di veder abitare nella sua casa i fratelli che vivono uniti in una sola volontà di servire a Dio e di aiutarsi con carità gli uni gli altri. Questa è la lode che dà san Luca agli antichi cristiani, cioè che tutti s'amavano così da sembrare che avessero un sol cuore ed un'anima sola.
San Giovanni Bosco, Dalla Lettera circolare alle Figlie di Maria Ausiliatrice, Carità fraterna, 8 dicembre 1884
Sr Teresita Verhelst Solano fma - tereverso2017@gmail.com