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TESTO Commento su Matteo 18,21-35

don Giampaolo Centofanti   Commento al Vangelo

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Martedì della III settimana di Quaresima (05/03/2024)

Vangelo: Mt 18,21-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,21-35

21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Pietro pensa di essere arrivato al massimo della misericordia ma Gesù gli mostra un oltre. Nella sua prima lettera al capitolo 3 versetto 20 Giovanni afferma che Dio è più grande del nostro cuore. Quello che ha sperimentato Pietro lo sperimenta in un sincero cammino di conversione ogni cristiano: l'amore di Dio e più bello, sereno, liberante, vivificante... È sempre oltre nel Gesù dei vangeli, da non dare dunque mai per conosciuto, per scontato. Colpisce anche vedere che i servi in genere sono persone che quasi non si vedono e non si sentono perché semplicemente eseguono i voleri del padrone e invece qui sembrano prendere loro l'iniziativa di riferire l'accaduto al padrone. Sono certi che il Padrone vuole che venga condonato il debito anche del malcapitato, pregano per lui.

 

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