TESTO Commento su Mc 9,2.7
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II Domenica di Quaresima (Anno B) (25/02/2024)
Vangelo: Mc 9,2.7
2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Come vivere questa Parola?
L'episodio della trasfigurazione o meglio della trasformazione (metamorfosi nel verbo greco) si inserisce in un momento importante di eventi che lo precedono, un contesto di perplessità e di dubbio da parte dei discepoli. Gesù aveva appena ricevuto la professione di Pietro, (“Tu sei il Cristo” 8,29) e Lui subito parla /insegna della sua sofferenza e della sua morte (8.31). Pietro si ribella a questa rivelazione: un perdente e uno sconfitto come poteva rivelarsi Messia? Proprio in questa incomprensione Gesù prende con sé questi tre discepoli e li inserisce in una manifestazione della sua divinità per confermarli, per sostenerli, per aiutarli a vivere la prossima Trasfigurazione alla quale sarebbero andati incontro: quella del Getsemani e poi della Croce. “Ci siamo sbagliati”, sembrano dubitare i tre discepoli? Non vi siete sbagliati, «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». Risponde il Padre! Vi siete chiesti se vale la pena seguire uno che va a perdere la vita? Vale la pena. Il Figlio va seguito anche nei giorni bui, va ascoltato perché Lui dice il vero, non impeditegli di andare a Gerusalemme!
Nella Trasfigurazione gli occhi dei discepoli riescono a vedere altro, ecco dona anche a noi occhi da Risorto Gesù, occhi che sanno vedere l'amore nei gesti che ci circondano, anche se duri e di sofferenza; occhi che ti sappiano riconoscere in ciò che viviamo senza aspettare che sia la realtà a cambiare! Se è il nostro sguardo a cambiare allora la nostra vita cambierà: converti il nostro sguardo, Gesù!
La voce di Papa Francesco
“A volte capita di attraversare momenti di oscurità nella vita personale, familiare o sociale, e di temere che non ci sia una via d'uscita. Ci sentiamo spauriti di fronte ai grandi enigmi come la malattia, il dolore innocente o il mistero della morte. Nello stesso cammino di fede, spesso inciampiamo incontrando lo scandalo della croce e le esigenze del Vangelo, che ci chiede di spendere la vita nel servizio e di perderla nell'amore, invece di conservarla per noi stessi e difenderla. Abbiamo bisogno, allora, di un altro sguardo, di una luce che illumini in profondità il mistero della vita e ci aiuti ad andare oltre i nostri schemi e oltre i criteri di questo mondo. Anche noi siamo chiamati a salire sul monte, a contemplare la bellezza del Risorto che accende barlumi di luce in ogni frammento della nostra vita e ci aiuta a interpretare la storia a partire dalla vittoria pasquale.”
ANGELUS, 28 febbraio 2021
Sr Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com