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Giovedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (26/01/2006)

Vangelo: Mc 4,21-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

L'insegnamento di Gesù sul lucernaio da poggiare in alto perché faccia luce è molto bello e suggestiva, soprattutto per noi che vogliamo continuare a trasmettere, con la nostra vita il suo messaggio d'amore. La simbologia della luce ci colpisce sempre; siamo anche affascinati da queste parole. Non fermiamoci solo a questo aspetto esterno, andiamo più in profondità. È lui la vera luce, noi possiamo propagarla, e speriamo il più lontano possibile. Noi non siamo la luce, risplendiamo di luce riflessa; siamo uno strumento nelle mani del Signore. La nostra vita è lo strumento, con le nostre scelte per impedire di offuscare questa luce. Le immagini che usa Gesù non sono mai neutrali per la nostra vita; si propongono proprio come capaci di indicarci un cambiamento efficace. Si capisce, allora, l'esortazione di Gesù che può essere rivolta anche a noi. Scopriamo quali possono essere quei lucernieri che, posti in alto, possono propagare questa luce ed anche quel moggio che, in luogo oscuro, può fermare questo fascio di luce e di vita. Tante considerazioni per la nostra vita; Gesù ce ne indica una ma importante: il giudizio e la critica. Il nostro comportamento verso gli altri se pieno di premura, di perdono reciproco, scevro da ogni giudizio può diventare il lucerniere; al contrario, il giudizio, quante volte è in realtà un pregiudizio!, il ritenerci sempre migliori e, quindi, autorizzati alla critica senza appello ecco il moggio che oscura la luce di Cristo.

 

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