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TESTO Commento su Gn 3,10

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III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (22/01/2006)

Brano biblico: Gn 3,10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,14-20

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Dalla Parola del giorno

Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Come vivere questa Parola?

La liturgia odierna ci propone il libro di Giona, un libro didattico teso a dimostrare come la benevolenza di Dio si estenda ad ogni uomo, al di là di ogni barriera ideologica, razziale o religiosa e, quindi, come a tutti sia offerta la possibilità di convertirsi. Giona è l'incarnazione di quanti reputano un privilegio da custodire gelosamente l'appartenenza a una data religione o, peggio, la propria presunta "giustizia". Egli non vuole che i niniviti si convertano e così siano salvi. Per questo recalcitra di fronte alla missione che Dio gli prospetta e si irrita quando constata che il Signore ha usato benevolenza verso di loro. Siamo nella settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Quanto il problema ecumenico ci coinvolge? Il rischio è quello di non farcene carico oppure di continuare ad alimentare in noi un certo senso di superiorità e di diffidenza verso i fratelli che pure servono Cristo come noi, ma in comunità ecclesiali diverse. Un atteggiamento che ha radici profonde e si manifesta in ambiti anche più immediati come potrebbe essere quello familiare, comunitario, di lavoro... Resistenza ad ammettere che l'altro possa riscattarsi dal proprio errore, migliorare. Giudizi pesanti che marchiano per la vita. Desiderio, forse inconscio, di annientare l'altro, di radiarlo dal proprio vissuto. È Giona che fa capolino in me, in te quando qualcuno ci urta, sembra intralciare i nostri piani. E allora si cercano tutte le giustificazioni per eliminarlo, e si diventa ciechi di fronte alla missione che Dio sta affidandoci: quella di farci carico del fratello e proprio del fratello che sbaglia.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a fare la verità dentro di me. I moti di ripulsa che talvolta avverto e che cerco di giustificare con le vere o presunte colpe dell'altro che radici hanno? Proverò quindi a filtrare il mio sguardo attraverso quello di Dio: Come guarda Lui questa persona? Che cosa mi sta chiedendo?

Dammi, Signore, di riconoscere quando Giona fa capolino dentro di me. Che io non recalcitri dinanzi al tuo invito di andare verso l'altro con cuore di fratello e non di giudice.

La voce delle Chiese cristiane

Noi vogliamo che gli abitanti di tutta la terra si uniscano per cantare all'Eterno un cantico nuovo, per raccontare la sua gloria a tutte le nazioni e le sue meraviglie tra tutti i popoli. Allora non saranno due o tre riuniti nel suo nome, ma tutti i popoli della terra. E, secondo la sua promessa, Cristo sarà con loro. "Amen! Vieni Signore Gesù!"

Dal documento per la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani – 2006

 

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