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TESTO Commento su 1Sam 3,3-10.19; Sal 39; 1Cor 6,13-15.17-20; Giovanni 1,35-42

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II Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (14/01/2024)

Vangelo: 1Sam 3,3-10.19; Sal 39; 1Cor 6,13-15.17-20; Gv 1,35-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,35-42

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

«Che cosa cercate?»: domanda importante, fondamentale quella di Gesù ai due discepoli. Si cerca sempre qualcosa che non si ha, che ci manca...
Il cercare caratterizza il nostro essere umano, nel profondo. L'inquietudine che ci abita, quel qualcosa di indefinito che sentiamo, sono stimoli formidabili per iniziare a cercare. Non si soddisfa mai pienamente questa sete di ricerca, non ci lascia a nessuna età della nostra vita.
Gesù la conosce, è tanto importante che diventa la prima domanda che fa a quelli che vogliono tentare di seguirlo, ai discepoli di allora ma anche a quelli di tutti i tempi e di tutti il luoghi. E' la domanda che fa anche a noi... Che cosa cerchiamo noi veramente nella nostra vita? Che cosa aneliamo di trovare nelle nostre giornate?
Tante possono essere le risposte abbozzate, tanti e vari i tentativi di soddisfare questa sete di infinito, tanti i palliativi che cercano solo di alleviare la tensione, di mascherare con qualcosa di fittizio, di convincersi con qualche surrogato. Forse anche per tanti (per noi?) c'é la tentazione di provare a smettere di cercare, di rassegnarsi, di fermarsi, di accontentarsi del solito tran tran, di ripetere all'infinito le solite cose, il solito ritmo lento e monotono che dà sicurezza.
La proposta di Gesù per soddisfare questa sete di ricerca è chiara, provocante, un po' ci destabilizza: «Venite e vedrete».
Venite: la prima cosa da fare è muoversi, non stare fermi, non rimanere bloccati. Occorre partire per un cammino se si vuole trovare la risposta. Gesù lo si incontra solo per strada, in movimento, camminando con Lui.
Vedrete: è con la vita con Lui ogni giorno che si incomincia a vedere, non un vedere superficiale, ma un vedere nel profondo, nell'intimo, un vedere anche l'invisibile. Un vedere di chi intuisce che dietro la sua Parola c'é qualcosa di diverso, che ti aiuta a vedere la realtà in modo diverso. E' in cammino con Gesù che le nostre aspirazioni più remote prendono corpo, si vedono i colori più chiaramente. Passo dopo passo, con la luce (Io sono la luce del mondo...) si vede il sentiero, cambia la nostra vita ed un pochino anche il mondo intorno a noi. Passo dopo passo, senza fermarsi, senza recriminare le occasioni perdute, gli errori fatti, gli sbagli che possono accadere.
La conseguenza immediata: non si può trattenere per sé una gioia di questo calibro, una luce così intensa, si sente subito l'esigenza di comunicarla a qualcun'altro. E cosi fa Andrea: corre da suo fratello Simone, non può non dirgli quello che ha trovato con la sua ricerca. Lo coinvolge, lo porta da Gesù, vuole che anche lui sperimenti e veda... Ecco il meccanismo di trasmissione della fede, prima di tante lezioni di catechismo, prima ancora dei principi, delle regole, delle conferenze, delle dissertazioni filosofiche.
La gioia dell'incontro con Gesù è contagiosa, la fede si trasmette per contagio. La fede come risposta alla nostra sete di ricerca. L'esperienza è talmente bella che si vuole comunicarla alle persone a cui vogliamo bene, a quelle che incontriamo, a quelle che lavorano con noi. Perché è il tesoro prezioso, la perla di maggior valore che abbiamo trovato con la nostra ricerca...
Alla fine della ricerca troviamo un agnello, l'agnello di Dio. Un agnello in mezzo ad un mondo di belve, un agnello che non sta al gioco delle lotte di potere, alle violenze per la supremazia, agli egoismi che disumanizzano. Un agnello... farà la fine dell'agnello in mezzo ai lupi, ma con la sua storia decreta la fine di questo mondo di belve.

Revisione di vita
- La nostra sete di ricerca: assopita, da risvegliare, da rinnovare?
- Cosa vediamo in Gesù? Riusciamo ad andare oltre all'apparenza? Vedere l'invisibile con la Parola che cambia il mondo...
- Trasmettere la fede per contagio: in famiglia, al lavoro, nei nostri incontri quotidiani. La gioia da comunicare, lasciando perdere melanconie, tristezze, nostalgie... Una sfida attuale?

 

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