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TESTO Dai diamanti non nasce niente

don Michele Cerutti

Natale del Signore - Messa della Vigilia (24/12/2023)

Vangelo: Mt 1,1-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,1-25

1Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

17In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

La Parola di Dio sembra oggi rompere la poesia del Natale. Un inizio di questo lungo giorno con un elenco di persone dal nome impronunciabile e dalle storie impossibili.
Dio sceglie ciò che per il mondo è debole per confondere i forti.
C'è di tutto dentro adulteri, omicidi, avari e tra questi anche i più insospettabili.
Nella predicazione si fa riferimento a donne che hanno fatto le prostitute, ma pensiamo a Giacobbe e Davide.
Il primo un patriarca e il secondo un Re unto dal Signore per governare il popolo di Israele.
Giacobbe riuscì ad ottenere i diritti della primogenitura dal fratello Esaù in cambio di un piatto di lenticchie, in un momento in cui era stanco ed affamato.
Poi essendo il loro padre Isacco vecchio ed ammalato, questi volle impartire la benedizione dei patriarchi al primogenito, allora Giacobbe approfittò della momentanea assenza di Esaù dal villaggio e con la complicità e suggerimento della madre Rebecca, della quale era il favorito, indossò una pelliccia di animale, così da poter passare per Esaù, che era molto peloso, infatti, Isacco quasi cieco non si accorse del camuffamento e impartì la benedizione a Giacobbe.
Davide era un uomo giusto e fedele, era ammirato da tutti, ma un giorno commise un grave errore. Una sera mentre stava passeggiando sul suo terrazzo, vide una bella donna che faceva il bagno. Chiese informazioni su chi fosse e gli dissero: «Si chiama Betsabea, è la moglie di Uria, un ufficiale del tuo esercito!». Davide la fece condurre alla reggia e, anche se era la moglie di un altro uomo, andò a letto con lei. Tempo dopo, la donna gli disse che aspettava un figlio suo. Davide cominciò a preoccuparsi e a pensare «Ah, se suo marito lo viene a sapere!». Doveva assolutamente trovare il modo di uscire da quella brutta situazione e ordinò: «Esponete il marito Uria al pericolo e fate in modo che rimanga a combattere da solo perché i nemici lo colpiscano e lui muoia!» E in effetti Uria morì in battaglia, proprio come voleva il re Davide e Betsabea, ormai vedova, divenne sua moglie. Davide pensava di averla spuntata così, ma Dio mandò da lui il profeta Natan.
E il profeta gli raccontò una storia: «Vivevano in una città un uomo ricco e uno povero. Il ricco aveva bestiame grosso e piccolo in gran quantità, il povero soltanto una pecorella che allevava in casa come fosse una figlia. Un giorno, arrivò un ospite in casa del ricco, il quale portò via l'unica pecorella al povero contadino, per farla cucinare e per far festa». Davide irritato esclamò: «Quell'uomo si merita la morte!» Il profeta rispose: «Quell'uomo sei tu! Non ti mancava nulla, eppure, hai portato via la moglie ad Uria facendolo uccidere!»
Davide riconobbe di aver peccato e chiese perdono a Dio.
Due vite segnate dall'errore.
Non sceglie il Signore i perfetti per questo quest'aria ovattata del Natale che il mondo vuole proporci rischia di metterci in superficie e non ci fa penetrare veramente nella profondità del mistero.
Quanto sembrano vere le parole di De André quando afferma dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono fiori.
In questo tempo segnati da regalo io vorrei offrirvi il consiglio di una lettura.
Alcuni anni fa da una casa editrice salesiana uscì un piccolo quadernetto di una profondità unica.
Davanti a tanti testi della letteratura che ci spiegano il Natale, questo piccolo libello ci offre spunti per comprendere bene il cuore del messaggio natalizio.
Tenetevi forte perché il titolo fa discutere.
“Anche i figli di p...... sono figli di Dio”.
Una mano ignota presso il Centro giovanile di Sondrio aveva scritto su un muro proprio la Vigilia di Natale: Cristo non è Marx. Il direttore del Centro telefonò a un padre chiedendo lumi su come spiegare ai bambini questa frase e questi invitava ad affermare: “Anche i figli di p. sono figli di Dio”.
Quel centro raccoglieva di tutto e bambini segnati dalla difficoltà.
La sfida è stata far comprendere a questi piccoli che Dio era Padre anche per loro, un padre buono, così buono da regalarci ogni giorno il suo Figlio Gesù, venuto per gli ultimi, per i lontani, per i poveri, per i disperati.
La sfida impegnativa visto che avevano molti avuto esperienza di paternità cattiva.
Il Natale deve saper suscitare proprio speranze in coloro che facilmente giudichiamo, condanniamo, emarginiamo; in coloro che si sentono perduti, inutili, vuoti, soli; in coloro che battono il marciapiede perché non hanno conosciuto l'Amore; in coloro che si trovano in carcere, in ospedale psichiatrico, in prigioni-scuola, proprio per lo stesso motivo. A chi maledice il giorno in cui è nato, bisogna dire con tanti che hanno conosciuto la sua stessa disperazione, che non si è mai soli finché c'è un Dio che si rivolge all'adultera non per condannarla.
Tanti episodi dentro in queste poche pagine, in cui ritrovare il gusto di vivere, perché è sempre possibile cambiare, sempre! Ogni giorno può essere veramente Natale!
Solo così i nostri sarebbero auguri sinceri.

 

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