TESTO Spirito del discernimento
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II domenica dopo la Dedicazione (Anno A) (29/10/2023)
Vangelo: Mt 13,47-52
Questa parabola si pone al termine di un capitolo in cui Gesù ci offre attraverso immagini lezioni importanti per la nostra vita.
Gesù ci presenta all'inizio il racconto del grano e della zizzania, realtà che convivono nello stesso campo e conclude i suoi aneddoti parlandoci della pesca dove il discepolo è chiamato a separare i pesci buoni da quelli cattivi e questa immagine Gesù la rimanda alla responsabilità di separare ciò che vecchio da ciò che è nuovo.
Il discepolo ha la responsabilità del discernimento.
Quello che la Chiesa ha vissuto in questo mese di ottobre con il grande evento sinodale rientra proprio in quest'arte che dovrebbe caratterizzare tutti i battezzati.
I convenuti a Roma, vescovi, teologi, sacerdoti e esperti hanno sottoposto diversi temi per verificarli alla luce dello Spirito con la realtà che stiamo vivendo nel mondo di oggi.
Non vuol dire buttare alle ortiche, secondo una espressione popolare, una tradizione, ma verificare come procedere.
Oggi c'è un rischio di conservatorismo da parte di alcuni per cui c'è un rifiuto di ogni novità.
Dall'altro lato il rischio ulteriore è una spinta verso tutto ciò che è innovativo senza però un vero e proprio discernimento, ma più spostati verso un seguire la dimensione emotiva.
Passato e futuro invece debbono costituire l'agire e il sentire della Chiesa.
Ancorati al solo passato non entriamo in dialogo con il mondo, aperti alla sola novità rischiamo invece di seguire le logiche umane.
L'esperienza di Chiesa è invece protesa verso Dio e cerca in tutti i modi di riportare gli uomini alla salvezza.
Esempi di errori che si possono commettere sono diversi.
Penso, in particolare, quando nelle campagne o nei piccoli centri si festeggia la Madonna del Rosario, da secoli, a marzo perché c'è tutta la tradizione dei migranti che si ritrovavano, prima di partire per zone lontane, una volta all'anno.
Il cambiare il giorno della festa a ottobre, anche se non vi sono condizioni di migrazione, porta inevitabilmente a una certa disaffezione.
Penso, però, anche a feste patronali in alcune zone in cui la statua del Santo o della Santa viene portata in giro e magari nel cortile di una casa di persone rispetto a un'altra. Questo va sicuramente rifiutato.
L'utilizzo di paramenti liturgici antichi rispetto a quelli moderni o viceversa.
Nel secondo caso si trovano negli armadi vestiari sacri ormai mangiati dalle tarme perché mal conservati.
Questi sono estremi da evitare. Dare alla tradizione una dimensione giusta di fede.
Una delle note caratteristiche di Papa Francesco sulla linea del discepolo, che come lo scriba separa cose antiche e cose nuove, abbiamo l'interrogarsi su tutto ciò che come Chiesa viviamo come Magistero.
Molti criticano il Santo Padre perché mette in discussione molti aspetti.
Papa Francesco vuole, invece, aiutarci a comprendere nel discernimento ciò che l'insegnamento della Chiesa ci offre da anni per confermarci nella fede e per vedere alla luce anche della realtà storica che stiamo vivendo se occorre porre degli adattamenti, non per piacere al mondo, ma per non porre nello stesso tempo muri anacronistici.
Quando si critica pesantemente il Papa è perché ci si vuole ancorare su posizioni di comodo che non vogliono metterci in discussione.
Il discernimento diventa un'arte che ci viene donato da Dio.
I grandi santi come Ignazio di Loyola ci offrono piste per aiutarci a comprendere bene cosa fare per rendere sempre viva la fede.
Su questa grande lezione di questo gigante della fede i suoi discepoli, i gesuiti, sono diventati maestri.
Papa Francesco che proviene da questa tradizione ci aiuta proprio alla luce del carisma ignaziano a non perdere mai la bussola e a compiere questa operazione di valutazione per rendere viva la fede.
Si conclude il Sinodo a Roma in questo mese di ottobre preghiamo perché il processo di discernimento iniziato possa proseguire sullo stile dello scriba del Vangelo che separa cose nuove dalle cose antiche.