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TESTO Commento su 1Sam 3,10.19

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (15/01/2006)

Brano biblico: 1Sam 3,10.19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,35-42

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Dalla Parola del giorno

Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». Samuele acquistò autorità poiché il Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole.

Come vivere questa Parola?

Samuele è un personaggio di grande rilievo nella storia di Israele. A lui si intitolano due dei libri del Primo Testamento. A lui Dio ha dato l'incarico (tutt'altro che facile!) di organizzare il passaggio da struttura tribale a monarchica all'interno del suo popolo. Quello che spicca, nella pagina di oggi, è la sua chiamata. Samuele ancora non è che un ragazzo. È nato da Anna, una donna che era sterile, ma a causa della sua preghiera – sincerissimo grido esistenziale impregnato di fiducia! – ha ottenuto un figlio: appunto Samuele. Sua madre lo ha consacrato al Signore e Lui, il Signore, ne ha fatto uno strumento di grande bene. Ma quello che va subito sottolineato è che in Samuele, dapprima confuso e incapace di distinguere la verità della voce che lo chiama, si afferma una volontà buona, aperta e docile a Dio: «Parla, o Signore, perché il tuo servo ti ascolta». Due altre cose emergono come raggi di luce sulla strada di noi che leggiamo. Anzitutto il fatto che Samuele verrà acquistando sempre più autorità presso il suo popo-lo. Perché il suo cuore e la sua volontà sono una cosa sola con il Signore a cui ha consacrato se stesso. La modalità? È evidente: "Samuele non lasciò andare a vuoto nemmeno una delle parole che veniva ascoltando da Dio".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, riposerò il cuore sulla figura di Samuele. Ne coglierò il segreto che è quell'ascolto della Parola di Dio e quella docilità in tutto a compierne il santo volere. Confronterò i miei atteggiamenti interiori coi suoi. Voglio anch'io solo quello che Dio vuole?

Dio mio, dammi un cuore in ascolto della tua Parola. Fammi crescere nella certezza che anche i compiti che tu m i affidi saranno realizzabili con quell'"autorità" che tu mi darai se anch'io mi impegno a "non lasciar andare a vuoto" nessuna tua Parola.

La voce di un teologo luterano martire

Se la Parola di Dio è presso di me, anche fuori della patria trovo la mia via, nell'ingiustizia trovo il mio diritto, nell'incertezza il mio sostegno, nel lavoro la forza, nel dolore la pazienza.
Dietrich Bonhoeffer

 

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