TESTO Commento su Luca 12,49-53
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
Giovedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (26/10/2023)
Vangelo: Lc 12,49-53

«49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Talora si può pensare che Dio stia in cielo impassibile di fronte alle nostre sofferenze. Invece qui Gesù apre il cuore e ci parla del suo fremere dal desiderio di donarci vita e ogni bene, di liberarci da tanti dolori e prove, di sostenerci lungo il cammino. Freme al punto da desiderare ardentemente di dare la vita per noi. Vita, pace, autentiche, profonde, non quelle gioie e paci apparenti che nascondono tante magagne portatrici di malessere personali e interpersonali.
E allora perché non ci dà subito tutto ciò? Appunto perché gioia, pace, beni autentici, non si possono dare in mano come mere cose ma sono grazie da riconoscere e accogliere con il cuore. Senza accogliere nello Spirito, col cuore, tutto si spegne e muore. Dunque Dio fa di tutto per aiutare con infinito rispetto e delicatezza ciascuno ad aprire liberamente, gradualmente, il cuore per ricevere ogni bene. Per questo anche Dio deve attendere e lo fa appunto con serena fiducia e al tempo stesso fremendo dal desiderio di venire sempre più, con ogni bene.