TESTO Commento su Luca 10,25-37
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
Lunedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (09/10/2023)
Vangelo: Lc 10,25-37
25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Il sacerdote va per caso, portato dal proprio ripiegamento, così pure il levita e lo stesso uomo aggredito dai briganti scende da Gerusalemme a Gerico, ossia vive un allontanamento da un percorso nella luce. Il samaritano invece, pur essendo un mezzo eretico, cammina nella luce che Dio gli dona, è in viaggio verso la metà cui appunto la luce lo porta. E così nella luce vede nel cuore quel sofferente, gli si fa vicino, gli fascia le ferite, versandovi olio e vino, segno della grazia che guarisce e dona vita nuova. Infatti quel samaritano è prima di tutto Gesù stesso che si fa vicino a noi con delicatezza, gradualmente, talora senza manifestarsi subito pienamente ma a misura del nostro cammino, quasi come fosse uno straniero... Una parabola immagine delle grazie che danno vita con ogni bene a ciascuno anche attraverso la chiesa, i cristiani, qui simboleggiati dall'albergatore.