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TESTO Commento su Matteo 18,21-19,1

don Giampaolo Centofanti   Commento al Vangelo

Giovedì della XIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (17/08/2023)

Vangelo: Mt 18,21-19,1 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Pietro inconsapevolmente rivela il cammino di tutta la storia della salvezza: il graduale rivelarsi dell'amore meraviglioso, attento ad ogni bene per ciascuno, misericordioso senza condizioni.

Non è per esempio che Dio è severo nell'Antico Testamento e più buono nel nuovo. Il punto è che Dio nel suo amore delicato e umile si rivela gradualmente per aiutare l'uomo ad aprire il cuore gradualmente. Pietro ritiene di aver fatto una proposta rivoluzionaria rispetto alla allora vigente legge del taglione, secondo cui una persona poteva rifare all'altra il male da questa causatole e non di più. Legge che frenava quella precedente di Caino: possibile rifarsi sette volte tanto. Anche quest'ultima a suo tempo progresso rispetto alla faida, vendetta senza fine fino a piena soddisfazione delle vittime.

Dunque Pietro pensa di aver accolto la rivelazione di Gesù ma Gesù gli risponde che la misericordia è infinita. È quello che la Chiesa ha compreso per grazia in questi ultimi decenni: Dio perdona tutto, senza condizioni, all'inferno ci va chi non accoglie la misericordia gratis di Dio. Accoglierla vuol dire accettare che in purgatorio Dio aiuti ad aprire con delicatezza il cuore chiuso in tante cose. Dunque Dio non ha bisogno di punire il suo problema è aiutare ciascuno ad aprire liberamente il cuore alla luce. Dunque il purgatorio non è una sanzione ma un aiuto delicato.

Dunque solo tornando vissutamente al vangelo la Chiesa comprende sempre più l'amore di Gesù.

Se Dio ci perdonasse solo se perdoniamo noi saremmo finiti. Tutta la vita di Gesù manifesta il suo perdono senza condizioni e questo è un altro criterio di cui tenere conto: le singole espressioni di Cristo vanno lette nel contesto di tutta la sua vita. Scuola anche nella comunicazione tra gli esseri umani. Dunque il brano odierno mostra che non perdoniamo saremo noi a giudicare e condannare noi stessi prima di tutto. È per esempio l'esperienza di Abramo che pregando con cuore sincero si converte e scopre che Dio vuole perdonare Sodoma molto più di quanto Abramo stesso prima immaginava. Vivendo la preghiera di intercessione, perdonando Abramo quella città con tanto male scopre che Dio è misericordioso più di quanto prima pensasse. Vedendo Dio più amorevole vede se stesso con sguardo di nuova comprensione.

Questo brano manifesta anche il dono della comunità cristiana: i servi nei vangeli in genere si muovono sempre al comando di Dio. Qui invece quasi sembrano muoversi da soli tanto la misericordia è natura di Dio. Infatti vanno dal padrone per difendere il servo condannato. La comunità in Dio è un grande dono ad aprirsi sempre più a Dio con l'aiuto appunto di ciascuno. Un aiuto all'ascolto dello Spirito. Ma questo appunto avviene cercando di camminare tutti insieme, ciascuno col proprio passo, dietro a Gesù. Quando invece si perde Gesù, la fonte, il bene solo umano diviene la torre di Babele, la dispersione delle lingue. Il.popolo di Dio diviene folla capace persino dei peggiori mali, delle peggiori divisioni...

 

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