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TESTO Commento su Matteo 17, 1-9

don Michele Cerutti

Trasfigurazione del Signore (06/08/2023)

Vangelo: Mt 17, 1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Nel turbinìo della ferialità affaccendati in 1000 questioni abbiamo bisogno di spazi e di svaghi, ma abbiamo anche bisogno di una boccata d'ossigeno spirituale che ci dia la bussola per muoverci senza indietreggiare per dare senso al nostro fare.
Questa pagina evangelica che ci viene oggi offerta vuole proprio indicarci questo aspetto. Siamo uomini e donne chiamati a scoprire giorno per giorno il nostro senso delle cose.
Per commentare questa pagina evangelica dobbiamo fare un passo indietro.
Gesù si trova a Cesarea di Filippo è attorniato da molta gente e cerca di verificare il livello di comprensione della sua figura domandando ai discepoli: La gente chi dice che io sia?
Poi chiede ai discepoli: per voi chi sono io?
A nome di tutti risponde Pietro affermando: Tu sei il Cristo il figlio del Dio vivente.
Una risposta perfetta da primo della classe con un forte limite, tuttavia, perché quando Gesù parlerà loro di sofferenza e di morte, Pietro stesso esprimerà la sua difficoltà nel comprendere questo aspetto e tutto ciò lo esprime anche questa volta a nome di tutti.
Gesù rimprovererà Pietro, ma comprende bene la difficoltà nel considerare la sofferenza del Maestro che viene visto per i tanti miracoli.
Per questo motivo conduce Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte per far vivere a loro una esperienza significativa.
Pietro a cui è stato affidato il primato sulla Chiesa. Giacomo che aprirà la schiera dei martiri con Stefano. Giovanni a cui viene affidata la madre.
Un'epifania della regalità di Cristo quella a cui assisteranno che non potranno dimenticare mai.
L'Antico Testamento si incontra con il nuovo e indica il traguardo di tutto questo camminare di Gesù che passerà attraverso la morte della Croce.
Giacomo, Pietro e Giovanni sono chiamati a volgere lo sguardo su ciò che è essenziale e allenati quindi a vedere il bello anche laddove sembra difficile scorgere la bellezza.
Questo è il segreto della fede avere questo sguardo pieno di stupore in mezzo alle difficoltà della vita.
Terminata la scena della Trasfigurazione i discepoli rimasero solo con Gesù e non sono venute meno le difficoltà e le cadute. Tranne Giovanni tutti scappano al momento della prova.
Alla luce della Risurrezione gli apostoli comprenderanno il tutto.
Quello della Trasfigurazione è un assaggio di quello che sono chiamati a vivere e a cui siamo tutti indirizzati.
Oggi alla luce di questo mistero che capita nel mezzo dell'estate cerchiamo di comprendere anche noi il bisogno di scorgere la bellezza e saperla gustare anche in mezzo alle difficoltà della vita.
Questo è possibile ritagliandoci del tempo per la preghiera fatta non di solo parole, ma ancor di più di intimità vera e autentica.
Non possiamo vedere la luce nel buio delle nostre difficoltà se non riusciamo a ritirarci in un rapporto Cuore a Cuore con Dio.
Lì potremo sentire anche noi irrompere la voce del Padre che ci invita a vedere in Gesù il figlio prediletto e dà a noi il compito di ascoltarlo.
Scendere a valle richiederà sicuramente impegno sapendo bene dove mettere bene i piedi, ma sapendo che tutto si può compiere se si fa insieme come comunità.

 

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